di Monica Tagliapietra
Diventare mamma nel Lazio è un lusso. La gravidanza non è più un diritto per tutti ma solo per i più facoltosi.
Infatti un parto sano e senza imprevisti, secondo i dati forniti dall’associazione Codici, può costare oltre 2mila euro.I problemi della sanità laziale sono sempre gli stessi: ospedali super affollati, liste d’attesa infinite e visite specialistiche lontanissime da casa, che fanno perdere giornate di lavoro.
E così l’unica soluzione per le mamme in difficoltà, è rivolgersi alle strutture private, dove però i costi si triplicano. Basti pensare che una semplice ecografia privatamente può costare più di 90 euro, mentre con il servizio pubblico costa solo 25.
E soprattutto, in gravidanza l’ecografia non può attendere i mesi d’attesa previsti dalla regione Lazio. Così come la flussimetria (esame che valuta la salute del feto) e dunque importante.
L’attesa in questo caso può arrivare anche a 6 mesi, un tempo improponibile dal momento che questi accertamenti sono necessari in periodi specifici della gestazione. Per non parlare poi delle visite predisposte in luoghi lontani dal municipio in cui si vive o si lavora. In tal caso la scelta è rivolgersi al privato, pagando di più, piuttosto che perdere un’intera giornata di lavoro.
Altra nota dolente sono le visite ginecologiche: teoricamente la sanità pubblica potrebbe anche garantire un servizio ageduato, ma il problema della maggior parte delle donne che ci si affidano per la propria gravidanza è piuttosto la paura di non essere accettate al momento del parto, situazione che le porta poi a preferire un ginecologo privato che si appoggi direttamente a una struttura ospedaliera.
Ma i problemi non finiscono qui. Secondo il rapporto del Codici, infatti, le future mamme lamentano anche la scarsa preparazione dei medici di base. In gravidanza ci sono una serie di esami, la maggiorparte dei quali sono obbligatori, che sono garantiti dal sistema sanitario regionale, per cui il medico di base dovrebbe sapere quali sono gli esami da cui si è esenti ed indicarli con un codice.
Ma spesso questo non succede e la paziente, in dolce attesa, si ritrova a pagare per analisi che potevano essere gratuite.
Insomma, quello che dovrebbe essere il periodo più sereno per queste donne, sembra essere diventato un percorso ad ostacoli senza fine.