Pure in un anno difficile come questo Ubi Banca macina quasi 200 milioni di utili (197,5 per l’esattessa) dalla gestione operativa nei primi nove mesi, ma con gli effetti dell’Opas di Intesa SanPaolo il bilancio registra un rosso di 2,1 miliardi, essenzialmente per l’impatto dell’avviamento di Ubi Banca (-1,4 miliardi di impairment del goodwill) e la stima della perdita sulla cessione di oltre 500 sportelli a Bper (-944,9 milioni). Ma la radicale riorganizzazione dell’istituto è cominciata, e dai risultati della banca adesso guidata da Gaetano Miccichè (nella foto) emergono molti indicatori di attività in crescita.
Ad esempio i crediti in bonis (81,2 miliardi), la raccolta diretta (98,8 miliardi), il risparmio gestito (73,7 miliardi) e il margine di interesse. L’utile normalizzato del 2020, senza l’impatto dell’Opas, sarebbe “superiore a quello del 2019, confermando il buon risultato dello sforzo commerciale e operativo posto in essere da Ubi Banca in un contesto economico fortemente influenzato dalle conseguenze della pandemia, tutt’ora in corso”, ha spiegato la banca.
Il Cet 1 Ratio (cioè il maggiore indice di solidità) si attesta all’11,71% (era 13,41% a giugno ma è stato anche qui penalizzato dall’iscrizione nel terzo trimestre della perdita stimata per la cessione del ramo d’azienda a Bper). Buone notizie anche sul fronte dei crediti deteriorati che fanno registrare, ancora una volta, “un’evoluzione positiva”, attestandosi a 6,4 miliardi, in diminuzione del -2% rispetto a giugno scorso. In aumento anche i crediti netti verso la clientela che ammontano a 84,9 miliardi, in crescita rispetto agli 84,7 di giugno e agli 84,6 di dicembre 2019, con moratorie che valgono 10,6 miliardi di euro.