“Credo che sia la prima volta nella storia del nostro Paese che un Ministro della Repubblica venga criticato perché ha fatto ciò che aveva annunciato. Non da giorni, ma da mesi”. Con un nuovo post su Facebook il ministro dimissionario Lorenzo Fioramonti risponde alle critiche e interviene sulla questione dei mancati rimborsi, parlando di un sistema di rendicontazione “farraginoso e poco trasparente“. Le sue ultime “rate”, scrive, saranno date al Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, un centro di ricerca a Taranto. E agli esponenti del suo partito, il Movimento 5 Stelle, dice: “Sarebbero dovuti essere loro a chiedermi di onorare la parola data favorendo le dimissioni”.
Poi su Twitter parla della scarsa attenzione verso l’istruzione e la ricerca, argomento a cui aveva dedicato gran parte del post di addio del 26 dicembre: “Il tema non è mai stato accontentare le mie richieste, ma decidere che Paese vogliamo – scrive – Perché è nella scuola e nell’università, eterne cenerentole, che si costruisce quello che saremo”. L’ex ministro su Facebook ricorda che aveva già parlato dell’impegno a trovare almeno un miliardo per la ricerca – pena le dimissioni – già a giugno. In caso contrario, si sarebbe dimesso. Come effettivamente è avvenuto.
LE REAZIONI. All’interno del Movimento, però, l’atteggiamento è stato discordante. Nei giorni scorsi a parlare era stata il ministro Fabiana Dadone. “Se hai coraggio, non scappi“, aveva scritto. A difendere, invece, la scelta di Fioramonti è Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura alla Camera: “Un segnale in totale controtendenza. Ora il focus principale del dibattito è progettare le misure necessarie. Non abbiamo intenzione di mettere la testa sotto la sabbia“. Il premier Giuseppe Conte per ora non commenta, così come il Pd. Da Italia Viva arrivano critiche, mentre il M5s fa trapelare solo una dichiarazioni attribuita a fonti interne: “Il governo è al lavoro per migliorare la scuola, l’istruzione e sostenere la ricerca. Guardiamo avanti, c’è piena fiducia nel premier Conte per individuare un nuovo ministro dell’istruzione, la scuola non può aspettare”. Sullo sfondo c’è la possibilità che Fioramonti possa anche formare un nuovo gruppo alla Camera (a favore del governo), portandosi dietro altri deputati pentastellati.
IL TOTO-MINISTRO. Per ora, tuttavia, l’attenzione è tutta sul sostituto di Fioramonti. I nomi in campo sono diversi. La scelta più naturale potrebbe essere quella di Lucia Azzolina, fedelissima del Movimento e oggi sottosegretaria all’Istruzione. Ma potrebbe tornare in corsa anche il “vecchio” nome di Nicola Morra (nella foto), che già era stato avanzato prima che venisse nominato e scelto proprio Fioramonti. Non è detto, però, che non si possa ripescare la “carta” Salvatore Giuliano, già sottosegretario “tecnico” durante il Conte 1. E poi, più staccati, ci sono anche lo stesso Luigi Gallo e Francesco D’Uva. In ogni caso, come sottolinea anche Nicola Zingaretti, a decidere chi sarà il successore di Fioramonti al ministero dell’Istruzione sarà il presidente del Consiglio. Il quale, però, dovrà pescare nel mondo Cinque stelle, anche per non alterare i già precari equilibri della maggioranza. In ogni caso, il profilo che viene descritto in ambienti pentastellato, secondo quanto riferito dall’Agi, “è quello di un politico, non certo di un tecnico, con esperienza nel mondo dell’Istruzione”. Pochi indizi, ma che sembrano rimandare proprio a Lucia Azzolina, già docente e sindacalista, da sempre impegnata nella scuola.