Parte l’iter della legge di Bilancio in Senato. La Manovra è arrivata in seconda lettura per un esame praticamente blindato. L’approdo in Aula è previsto per il 27 e l’ok finale resta fissato per il 28 dicembre.
Venerdì mattina la commissione potrebbe anche chiudere i lavori senza affidare il mandato al relatore, lasciando direttamente alla maggioranza in Aula la possibilità di porre la questione di fiducia, per far decadere il migliaio circa di emendamenti arrivati dalle opposizioni.
Che però non ci stanno. Non solo contestano nel merito la Manovra, che nel rush finale ha accolto mance e mancette, ma anche nel metodo, dal momento che il Senato di fatto sarà relegato al semplice ruolo di passacarte.
Protestano le opposizioni: la Legge di Bilancio è arrivata blindata, così si umilia un ramo del Parlamento
“È giusto – ha detto Enrico Borghi di Italia viva – sottolineare un aspetto di natura procedurale per cercare di evitare che quello attuale diventi un rito stanco, trascinato e con un tasso di ipocrisia che sfiora l’insopportabile. Nessun emendamento verrà affrontato, discusso, votato o approvato, ma questo ramo del Parlamento – come lo scorso anno è avvenuto per quello omologo, la Camera bassa – è costretto ad assistere, spero non silenziosamente, alla trasformazione di una modalità che mi auguro non diventi prassi”.
E ancora: “Una situazione tale per cui il Governo emenda se stesso non può più funzionare: se non vogliamo accettare passivamente di avere surrettiziamente e impropriamente riformato il bicameralismo perfetto in senso deteriore, dobbiamo riformare tutto questo percorso, evitando che questa sia un’ordinaria pantomima”.
A rincarare la dose ci pensa il pentastellato Stefano Patuanelli: “È del tutto evidente che il metodo con cui si arriva ogni anno all’esame del disegno di legge di bilancio, ormai da troppo tempo ci deve interrogare su come porre rimedio all’introduzione di un monocameralismo di fatto, in particolare sulla legge di bilancio, che ritengo sia una patologia che deve essere in qualche modo guarita non con un farmaco che toglie la sintomatologia, ma con una cura reale e concreta”.
La proposta del M5S: per la Manovra il Parlamento sia in seduta comune
Ed ecco il suggerimento: “Credo, ad esempio, che la seduta comune del Parlamento potrebbe essere un’altra possibile soluzione alla manovra di bilancio e a come affrontarla. Su questo ci sono emendamenti del M5S nel disegno di legge che introduce il premierato. Credo però che nessuno di noi possa nascondersi il fatto che in questo modo, anno dopo anno, o un ramo del Parlamento o l’altro viene mortificato nelle proprie capacità e competenze. Ripeto, abbiamo un anno di tempo, un anno in cui probabilmente tutta la legislazione vigente sull’approvazione della legge di bilancio dovrà essere rivista per recepire e meglio introdurre gli elementi del nuovo Patto di stabilità e crescita. Credo che sarà necessario intervenire in modo copioso sulla normativa di approvazione della legge di bilancio e credo che debba essere questa l’occasione per rivedere anche una stortura del nostro bicameralismo, che di fatto mortifica un’Aula del Parlamento”.
È intervenuto anche il capogruppo dei dem Francesco Boccia a dare man forte. “La sensazione che abbiamo avuto è che noi siamo qui per una Manovra purtroppo arrivata morta e inerme. Vorrei che quando la commissione Bilancio si riunirà il presidente prenda l’impegno di annunciare un ddl di modifica delle modalità della legge di contabilità. E di sentire una proposta, magari da esponenti della maggioranza stessa, che cancelli le mancette di Montecitorio”, ha aggiunto.
Un tema condiviso sul piano generale anche da Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia: “Nella sostanza condivido anch’io i richiami sulla sovranità dal Parlamento e delle due assemblee legislative”.