Sequestro degli oltre 130 migranti a bordo della Open Arms da 15 giorni. È questo il reato ipotizzato dai magistrati della Procura di Agrigento, guidati da Luigi Patronaggio, che ha aperto un’inchiesta contro ignoti per sequestro di persona, violenza privata e abuso in atti di ufficio. Un atto dovuto dopo i due esposti presentati ieri dai legali della Ong e dai giuristi democratici. Al quindicesimo giorno in mare, a bordo della nave spagnola ci sono ancora 134 naufraghi soccorsi nel Mediterraneo nei primi giorni di agosto e fermi a poche centinaia di metri dall’entrata del porto di Lampedusa in attesa dell’autorizzazione a sbarcare.
Intanto, dopo il via libera del Tar del Lazio all’ingresso in acque territoriali italiane, il Viminale ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato di presentare il ricorso al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tribunale amministrativo. Il ricorso, però, dovrà avere il via libera da palazzo Chigi e al momento, secondo quanto si apprende, non è ancora arrivato a palazzo Spada. Report medici, fatti da operatori di Emergency, danno conto di una situazione di “enorme stress psicologico, disagio” e in alcuni casi di “ideazioni suicidiarie” tra i migranti a bordo.
A Ferragosto i medici dello staff di Cisom, il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, hanno compilato una relazione, resa pubblica ieri dall’Ansa, in cui si legge che “la situazione generale vede condizioni igienico-sanitarie pessime: spazi non idonei a ospitare un così ingente numero di persone. I naufraghi vivono ammassati gli uni sugli altri”. Relazione in parte discordante, però, con quanto riporta il responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio, che ha visitato i migranti fatti sbarcare per motivi sanitari: “Dei 13 naufraghi fatti sbarcare dalla Open Arms solo uno aveva una otite, gli altri non avevano alcuna patologia come abbiamo accertato in banchina”, ha detto il medico, ex politico di Ncd e, prima ancora, tra i “big” di Forza Italia in Sicilia.
Alle dichiarazioni del medico di Lampedusa si attacca anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “L’emergenza medica a bordo di Open Arms? Balle“, scrive. Lo stesso Capitano, però, questa volta potrebbe non avere più copertura politica, a differenza di quanto capitato con la nave Diciotti: se in quel caso era una decisione condivisa dal Governo, questa volta – complice anche la crisi di Governo – tanto il presidente del Consiglio, quanto i ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta avrebbero preferito una gestione decisamente differente della questione, facendo sbarcare i naufraghi.