Ancora Bibbiano al centro della scena politica e mediatica. Il paese di 10mila anime in provincia di Reggio Emilia, divenuto da mesi il luogo più strumentalizzato da partiti e movimenti, anche ieri è stato scelto per la chiusura della campagna elettorale della Lega che sull’inchiesta “Angeli e Demoni” sui presunti casi di affidamenti irregolari di minori, ha costruito un’intera narrazione da campagna elettorale. Non a caso Matteo Salvini ha voluto accanto a sé sul palco, su cui campeggia la scritta “giù le mani dai bambini” i genitori che si dichiarano vittime della sottrazione dei loro bambini da parte dei servizi sociali ma anche la mamma di Tommaso Onofri, il bambino di poco più di un anno rapito e ucciso nel 2006 in provincia di Parma. Triste caso di cronaca di cui si è tornati a parlare in queste ore per il permesso premio dato a uno dei suoi carcerieri in queste ore.
Una piazza per due, contesa con le immancabili sardine a circa 200 metri di distanza e più o meno in contemporanea. La loro presenza è ormai “un incubo” per il Capitano, da quel fatidico 14 novembre quando riempirono per la prima volta piazza Maggiore a Bologna in concomitanza con l’apertura della campagna elettorale al PalaDozza della candidata leghista Lucia Borgonzoni non lo hanno più abbandonato. Come la Lega non ha più abbandonato di battere sul caso Bibbiano. Dalla t-shirt con su scritto “Parliamo Di Bibbiano” che Borgonzoni sfoggiò a Palazzo Madama al “pizzino” del leader che tra le indicazioni per la campagna elettorale sottolineava quella di “usare la clava di Bibbiano”.
“Questa non è una serata di partito”, afferma infatti Salvini aprendo la manifestazione “ma una serata che dovrebbe riunire tutte le persone perbene perché quando si tratta di difendere i bambini dovremmo essere tutti uniti, dispiace che a qualche metro di distanza ci sia qualcuno che fa polemica (le Sardine, ndr) perché sul bene dei bambini la politica non dovrebbe dividersi. I protagonisti saranno solo mamme, papà e bambini. Purtroppo ci sono alcune centinaia di mamme e papà e vittime di ingiustizie, ma abbiamo chiesto a cinque testimoni di parlare anche a nome di chi non c’è più”.
E passa la parola ai genitori sul palco che raccontano la loro storia, non prima di aver promesso che sarebbe “pronto a dare la vita per riportare a casa questi bambini che in alcuni casi sono stati vittime della fame di denaro.” Di segno completamente opposto il taglio dato alla manifestazione delle sardine: l’invito era quello di portare uno strumento per dare vita a “un’orchestra ittica” in risposta al comizio di Salvini. “Non volevamo causare ulteriore esposizione mediatica ai cittadini – spiega Mattia Santori – il senso di questa manifestazione è rendersi conto di quanta discrepanza ci sia tra il reale e la mediaticità di un fenomeno e di un caso giudiziario”. Intanto, le sardine riescono a fare il pienone rispetto alla piazza leghista, ma i numeri che contano sono quelli che si trasformano in voti e per quelli dobbiamo aspettare ancora due giorni.