Presidente Carla Ruocco, c’è un rischio Argentina per l’Italia come sostiene Antonio Patuelli? Cosa pensa del monito dell’Abi, anche alla luce delle affermazioni del ministro Savona?
“Condivido l’analisi di Savona: senza un rilancio delle politiche di crescita l’attuale architettura europea non ci protegge dall’instabilità ma, al contrario, ci espone a rischi sempre maggiori. Quindi l’invito di Patuelli è condivisibile purché l’Unione Europea proceda in fretta ad una riforma della sua governance. Serve maggiore spazio per gli investimenti e per il sostegno ai redditi più bassi”.
L’ammonimento di Patuelli arriva dopo quello di ieri l’altro del governatore della Bce, Mario Draghi che ha parlato della necessità che ai proclami il governo italiano faccia seguire atti concreti. E’ un avviso di guerra?
“Draghi ha preferito non sbilanciarsi prima di vedere il governo all’opera, e questo gli fa onore. Ma non capisco l’eccesso di preoccupazione: le politiche di austerità hanno clamorosamente fallito, anche nel ridurre il rapporto debito/Pil. Cambiare ricetta è l’unico modo per salvare insieme l’Italia e l’Europa”.
Banche e imprese sembrano scalpitare rispetto ai provvedimenti annunciati dal Governo. Che metodo di lavoro adotterete rispetto a questi interlocutori privati? Lei, ad esempio, in qualità di presidente della Commissione Finanze li convocherà in sede di esame degli atti parlamentari?
“Massima apertura al confronto con tutti. In Commissione Finanze abbiamo già iniziato un ciclo di audizioni sui temi fiscali e ci sarà spazio nel prossimo futuro anche per le banche. Per le imprese stiamo lavorando in particolare sulla semplificazione, migliorando la fatturazione elettronica al fine di sgravare chi produce da una burocrazia soffocante. Inoltre stiamo iniziando a studiare una forma di pace fiscale per chi è penalizzato da piccoli debiti tributari, spesso a causa del cattivo contesto economico degli ultimi anni, e una stretta sulla grande evasione, anche attraverso l’aumento delle sanzioni amministrative e penali”.
Gli scandali che hanno interessato una parte del sistema bancario sono stati tra i cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle nella scorsa legislatura. Secondo lei quali sono state le cause principali di questi scandali? Che tipo di contatti avete, attualmente, con questo mondo?
“Le ragioni alla base dei recenti crac bancari sono varie: la crisi economica che ha moltiplicato i crediti deteriorati, il rapporto simbiotico tra manager e politica, e le mancanze di Consob e Banca d’Italia nella vigilanza del sistema. Agiremo su tutti questi fronti”.
La Lega vorrebbe talune significative modifiche del decreto Dignità rispetto ai contratti a termine. Cosa ne pensa?
“Sono in linea con il Ministro Di Maio: sui contratti a termine bene che il Parlamento intervenga, ma per aumentare i diritti, non per annacquare un decreto che restituisce dignità a milioni di precari. Alle imprese va detto chiaramente che un mercato del lavoro precario corrisponde a bassi livelli di consumo, e perciò non conviene nemmeno a loro”.
Il vicepremier Di Maio vuole accelerare sul reddito di cittadinanza. In che tempi, realisticamente, sarà possibile concretizzare il provvedimento?
“Siamo in una fase di studio intenso, avremo più chiari i tempi con la Nota di aggiornamento al Def di settembre. Di certo il reddito di cittadinanza è una delle nostre priorità e vogliamo metterlo in piedi al più presto partendo dalla riforma dei centri per l’impiego”.
Sono slittate ancora una volta le nomine di Cassa depositi e prestiti. Colpa del disaccordo con la Lega sulla scelta dei vertici?
“Abbiamo sempre detto che avremmo nominato i vertici di Cdp entro la settimana e lo faremo. Il resto sono speculazioni mediatiche”.