È un fantasma che prende corpo pezzo dopo pezzo, annuncio dopo annuncio. Alfredo Romeo potrebbe rientrare dal portone principale di Palazzo San Giacomo, per rimettere le mani sul patrimonio immobiliare più vasto d’Europa: 60.000 unità, con un valore che supera i 2 miliardi ma che in 13 anni di gestione della Romeo Immobiliare ha fatto incassare alle casse comunali appena 25 milioni. Da dieci anni, ad occuparsi di alloggi e uffici del Comune è la Napoli Servizi. Una partecipata che è oggi l’unico ostacolo al ritorno del re dell’immobiliare. Un ostacolo che poteva cadere per un nonnulla, ma che invece è stato travolto da una frana innescata dalla Procura della Corte dei Conti.
Già un anno fa la Romeo Gestioni si aggiudicò un primo lotto per gli alloggi a Napoli Est
Un’indagine per danno erariale partita dall’alloggio di un custode di una scuola, occupato abusivamente da 35 anni, si è tramutata in un’inchiesta a tutto campo, da cui è emerso un buco da 133 milioni per i fitti mai riscossi dalla Napoli Servizi. Tra i dirigenti indagati del Comune e della società controllata circola un sospetto: “c’è un piano per screditare la gestione pubblica (che con i suoi buchi si discredita da sola) e rimettere tutto nelle mani dei privati”. E qui esce quel nome – Alfredo Romeo – di cui tutti parlano, neppure tanto sottovoce. Un teorema tutto da dimostrare, almeno fino a due giorni fa, quando l’inchiesta ha fatto tremare anche gli uffici del sindaco.
Non fosse altro che dalla gestione del patrimonio immobiliare dipende il principale cavallo di battaglia di Gaetano Manfredi: il Patto per Napoli, un fondo da un miliardo e 231 milioni ricevuto in dono dal governo Draghi. Ma sono bastate 24 ore ed ecco che il fantasma del figliuol prodigo del mattone si (ri)materializza. La giornata comincia con le dichiarazioni a Radio 24 dell’assessore al Patrimonio Pier Paolo Baretta, che dopo aver ricordato la recente esternalizzazione del servizio di riscossione, annuncia che “bisognerà fare lo stesso per la morosità degli immobili”. Passa meno di un’ora e arriva la ratifica del “capo”.
Manfredi parla a margine dell’inaugurazione della nuova Cittadella delle Poste. Dapprima perfeziona le parole del suo assessore: “A gennaio faremo una nuova società per la gestione del patrimonio immobiliare, con capitale minimo ai privati”. Poi, a domanda diretta, non glissa: “Romeo? Il Comune farà una gara di evidenza pubblica”. La stessa che un anno fa ha consentito di affidare un lotto da 1,2 miliardi per la manutenzione degli alloggi popolari a Napoli Est, indovinate a chi? Alla Romeo Gestioni Spa. Su questo già si scatenano i consiglieri comunali. Ciro Borriello, M5S, parla anche da ex assessore: “Sono sempre stato convinto che affidare la gestione ai privati sia la migliore soluzione, tenuto conto della scarsità di risorse che abbiamo. Ma non possiamo immaginare il ritorno di una gestione fallimentare come quella di Romeo. Bisogna lavorare a uno strumento che tuteli l’amministrazione da logiche passate”.
Dopo il caso dei fitti non riscossi si prepara il bando. E con Napoli Servizi delegittimata si fa largo il privato
“Sulla stregua della moda che il privato è bello e il privato ci salverà, stiamo svendendo tutto il patrimonio di Napoli. Siamo pur sempre nella città dell’apericena al cimitero delle Fontanelle, dove per entrare si paga un ticket di 10 euro alle casse di Manfredi”, ricorda Maria Muscarà, consigliera regionale del Gruppo Misto. Per Massimo Cilenti (Napoli Libera), “affidare la gestione del patrimonio immobiliare a Romeo o a chi per esso sarebbe come se un’azienda facesse gestire a terzi il suo core business”. Non si mostra sorpreso il consigliere comunale di Forza Italia Salvatore Guanci, secondo cui Romeo “con la manutenzione degli alloggi popolari sta rimettendo piede definitivamente nel palazzo, occupando lo spazio più importante che è la gestione del patrimonio dei napoletani. Ed è assurdo – prosegue – gettare fango sulla Napoli Servizi, che con risorse limitate è stata costretta a friggere il pesce con l’acqua”.
Secondo Catello Maresca, avversario di Manfredi per la poltrona di sindaco nella scorsa tornata elettorale tra le fila del Centrodestra, “affidare il patrimonio a terzi, in questa fase storica, equivale a rimandare una verifica che oggi è improcrastinabile. Non si sta facendo altro che mascherare la propria incapacità”.