Un messaggio di pace lanciato dall’Egitto, Paese martoriato da attentati e repressione, con un gesto fortemente simbolico: l’abbraccio al grande imam dell’Università al-Azhar. Papa Francesco è arrivato al Cairo dove è stato accolto dal presidente Abdel Fattah al Sisi, con cui ha avuto anche un incontro privato. Secondo indiscrezioni il Pontefice avrebbe anche parlato di Giulio Regeni.
Anche le parole di Bergoglio sono state tutte orientate alla necessità di evitare i conflitti. “Si assiste con sconcerto al fatto che, mentre da una parte ci si allontana dalla realtà dei popoli, in nome di obiettivi che non guardano in faccia a nessuno, dall’altra, per reazione, insorgono populismi demagogici, che certo non aiutano a consolidare la pace e la stabilità”. E ha quindi evidenziato: “Nessun incitamento violento garantirà la pace, ed ogni azione unilaterale che non avvii processi costruttivi e condivisi è in realtà un regalo ai fautori dei radicalismi e della violenza”.
Il Papa ha chiesto esplicitamente un impegno per favorire lo sviluppo della pace, attraverso azioni di natura economica contro le diseguaglianze: “Bisogna adoperarsi per rimuovere le situazioni di povertà e di sfruttamento, dove gli estremismi più facilmente attecchiscono, e bloccare i flussi di denaro e di armi verso chi fomenta la violenza”. Francesco ha infine toccato anche una questione concreta per fermare la guerra: “È necessario arrestare la proliferazione di armi che, se vengono prodotte e commerciate, prima o poi verranno pure utilizzate. Solo rendendo trasparenti le torbide manovre che alimentano il cancro della guerra se ne possono prevenire le cause reale”.