Certo, “l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente”. Ma “con altrettanta forza posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre”. Nella lettera apostolica Misericordia et misera, documento programmatico del suo pontificato perché indica le linee pastorali del post-Giubileo, Papa Francesco ha annunciato la possibilità per tutti i sacerdoti di assolvere coloro che hanno procurato l’aborto. A cominciare dai medici, che insieme alle donne che scelgono di non portare a termine una gravidanza potranno accedere con meno ostacoli al sacramento dell’eucarestia (finora scattava in automatico la scomunica). “Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare viene ora esteso nel tempo nonostante qualsiasi cosa in contrario”, ha scritto ancora il Pontefice. Perciò “ogni sacerdote si faccia guida, sostegno e conforto nell’accompagnare i penitenti in questo cammino di speciale riconciliazione”, visto che “la misericordia non può essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo”.
Significato – Un messaggio, quello di Francesco, diretto in primis all’ala integralista, a cominciare dai quattro cardinali (Raymond L. Burke, Walter Brandmüller, Carlo Caffarra e Joachim Meisner) che recentemente hanno espresso dei dubbi su Amoris laetitia, la seconda esortazione apostolica del Papa che raccoglie le sintesi dei due sinodi sulla famiglia. Nell’estensione ai sacerdoti della possibilità di assolvere quanti hanno reso possibile l’aborto, ha comunque tenuto a precisare monsignor Rino Fisichella, responsabile dell’organizzazione dell’Anno santo, “non c’è nessuna forma di lassismo”. Piuttosto “c’è la consapevolezza della gravità del peccato”, ha aggiunto, e si considera “se si è pentiti e se si vuole ricominciare”. Fisichella ha poi spiegato che sarà necessariamente aggiornato e modificato anche il Codice di Diritto canonico.
I poveri – Non solo. Nello stesso documento, il Papa ha annunciato che ogni anno, a novembre, la Chiesa celebrerà la Giornata mondiale dei poveri. Individualismo, malattia, povertà e detenzione sono “ostacolo al riconoscimento della dignità inviolabile della vita umana”, ha specificato Francesco. Si tratterà quindi di “una giornata che aiuterà le comunità e ciascun battezzato a riflettere su come la povertà stia al cuore del Vangelo e sul fatto che, fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa, non potrà esserci giustizia né pace sociale”, ha ricordato ancora il Pontefice. “Questa giornata costituirà anche una genuina forma di evangelizzazione con la quale rinnovare il volto della Chiesa nella sua perenne azione di conversione pastorale per essere testimone della misericordia”. Infine, sempre per sua decisione, il Papa ha esteso oltre la conclusione del Giubileo la possibilità di confessarsi presso i sacerdoti lefebvriani, membri cioè di quella fraternità ultraconservatrice San Pio X incorsa nella scomunica negli Anni ’80 (poi revocata da Benedetto XVI).