di Franco Rossi
Papa Francesco ha deciso di allontanare dalla diocesi di Limburg, in Germania, monsignor Franz-Peter Tebartz-van Elst, il vescovo contestato per le spese faraoniche sostenute per la ristrutturazione nella diocesi. Il vescovo spendaccione, però, non molla l’osso e spera di rientrare a pieno titolo nella sua diocesi. Tebartz van Elst è stato accusato di aver speso 31 milioni di euro per ristrutturare la sua residenza in diocesi e del quale i fedeli chiedono a gran voce le dimissioni. È bene ricordare che Tebartz van Elst era stato ricevuto dal Papa Francesco lo scorso 21 ottobre, ma è ancora al lavoro la commissione d’inchiesta sulle spese folli decisa dal Vaticano in accordo con la conferenza episcopale tedesca e con il Capitolo del Duomo di Limburg.
La dichiarazione della Santa Sede pubblicata ieri spiega che papa Francesco è “continuamente informato ampiamente e obiettivamente” sul caso e che la Santa Sede ne ha autorizzato “un periodo di permanenza fuori della diocesi”. Inoltre ha disposto l’entrata in vigore “fin da oggi” della nomina di un vicario generale. Il vescovo sotto inchiesta cioè non ha più voce in capitolo sulla amministrazione diocesana. Il vicario sarà un sacerdote e avrà compiti amministrativi, non sarà quindi un coadiutore, un vescovo che canonicamente dovrebbe prendere il posto dell’ordinario. L’indignazione di popolo per le spese sostenute dal presule – si parla persino di 15 mila euro solo per una vasca da bagno, per giunta doppia – ha ovviamente colpito il Papa, i vescovi tedeschi e in genere la Chiesa, che con il pontefice latinoamericano ha in agenda i poveri e stili di vita che non offendano le classi meno abbienti. In ogni caso la vicenda non è ancora chiusa. Il vescovo infatti è stato solo allontanato per un periodo temporaneo dalla diocesi anche se il rientro in ruolo del vescovo a conclusione della inchiesta amministrativa appare piuttosto difficile.