Aveva preso parte il 27 febbraio scorso a una manifestazione “no vax” in centro a Verona Paolo Pluda, uno dei due presunti attentatori dell’hub vaccinale di Brescia, arrestato ieri. Alla protesta, da titolo “Riprendiamoci la nostra vita!”, e organizzata dal Movimento “3V” avevano preso parte circa 300 persone, che si erano schierate davanti alle scalinate del municipio.
Paolo Pluda: chi è l’uomo accusato dell’attacco al centro vaccini di Brescia
Tra i partecipanti la deputata del Gruppo Misto, espulsa dal M5S, Sara Cunial. Molti dei partecipanti alla manifestazione non indossavano la mascherina. Una sua foto davanti al Municipio veronese indossa un cartello con lo slogan “Stop dittatura sanitaria” Pluda l’ha pubblicata sul suo profilo facebook . Il professor Roberto Burioni su Twitter ha pubblicato la foto del profilo facebook di Pluda, con tanto di errore grammaticale.
Pluda, nato nel 1969 a Brescia, è stato arrestato insieme a Nicola Zanardelli di Monticelli Brusati (provincia di Brescia). Secondo le indagini, prima dell’attacco Pluda aveva anche postato sul profilo Facebook la frase “se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma ‘la paura’ e la loro paura è la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni”. L’obiettivo – secondo gli investigatori – era di “bloccare e sabotare la campagna vaccinale in corso, intimidendo la popolazione ed alimentando il clima d’incertezza del particolare momento storico, e reiterare nel breve termine ulteriori azioni violente e di danneggiamento”.
L’attacco al centro vaccini di Brescia
Lo scorso 3 aprile qualcuno ha lanciato due molotov contro l’hub vaccinale di via Morelli a Brescia. Aveva causato dei danni ad uno dei padiglioni del complesso. L’incendio alimentato dagli ordigni, per fortuna non propagatosi all’intero padiglione, avrebbe potuto causare gravi danni alla struttura. Dove erano stoccate diverse centinaia di dosi di vaccino. A pochi metri dal principio di incendio corrono infatti cavi elettrici che se avessero preso fuoco avrebbero interrotto l’alimentazione della catena del freddo rendendo così inutilizzabili i vaccini.
Nel sito colpito si somministrano circa 1000 dosi di vaccino al giorno. Le indagini, condotte in tempi brevi anche mediante il ricorso alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, si sono subito concentrate sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza e rilevazione targhe dei veicoli presenti sul territorio del Comune di Brescia. E infine hanno consentito di individuare il mezzo utilizzato dai dai due per raggiungere il centro vaccinale.