Palazzi abusivi a Milano. Chi ha comprato casa dovrà provare la buona fede

Doccia gelata della Cassazione sulle cosiddette Famiglie sospese: dovranno dimostrare di non esser state complici dei costruttori negli abusi

Palazzi abusivi a Milano. Chi ha comprato casa dovrà provare la buona fede

Una doccia gelata. È quella arrivata dalla Cassazione sulle cosiddette “Famiglie sospese”, cioè quelle che hanno acquistato gli appartamenti (alcuni costruiti, altri ancora sulla carta) nei palazzi finiti sotto inchiesta per abusi edilizi. La Corte ha infatti stabilito che le famiglie non possono essere considerate in automatico un “terzo estraneo” dai reati, ma devono dimostrare “di avere agito in buona fede, senza rendersi conto di partecipare ad un’operazione di illecita” ed essere state “tratte in inganno” dai costruttori.

Le famiglie dovranno dimostrare la “buona fede dell’acquirente”

La svolta – fino a ieri erano pacificamente ritenute parti lese – deriva da una lunga serie di sentenze della Corte di Cassazione, l’ultima del marzo 2025, sul concetto di “buona fede dell’acquirente” nel reato di lottizzazione abusiva, cioè la violazione di norme edilizie e urbanistiche e principale contestazione dei pm di Milano Marina Petruzzella, Paolo Filippini, Mauro Clerici e l’aggiunto Tiziana Siciliano nelle oltre 20 inchieste su palazzi e torri della città, realizzati come “ristrutturazione” di piccoli edifici invece che “nuova costruzione” e autorizzati con una Scia al posto che un piano attuativo.

Per la Cassazione infatti le “posizioni” di costruttori e clienti sono “separabili” solo “se risulti provata la malafede dei venditori” che hanno “tratto in inganno gli acquirenti”, convincendoli della “legittimità dell’operazione” immobiliare.

Questo perché “l’utilizzazione” o la “modalità” dell’acquisto successivo degli immobili “ben potrebbe costituire un sistema elusivo”. Chi compra casa può “dimostrare di avere agito in buona fede, senza rendersi conto, cioè, di partecipare ad un’operazione di illecita”, scrive il 18 marzo 2025 la terza sezione penale della Suprema Corte.

Sono numerosi i provvedimenti degli ermellini in cui si legge che non è necessaria “un’azione concordata con il venditore” o un “accordo preventivo” con chi acquista casa, ma è “sufficiente, al contrario, una semplice adesione al disegno criminoso”, attraverso “la violazione (deliberatamente o per trascuratezza) di specifici doveri di informazione e conoscenza”. Se l’acquirente è “consapevole dell’abusività dell’intervento” o “avrebbe potuto esserlo” con “normale diligenza”, si legge in un’altra pronuncia, le “azioni, apparentemente distinte” di chi vende e chi acquista “si collegano tra loro” in “modo convergente”.

A forte rischio il piano del Comune per convincere la Procura ad accordarsi con le famiglie e i costruttori

La lettura della Cassazione rende ancora più improbabile il piano di Palazzo Marino per convincere la Procura a “sanare” gli edifici ritenuti abusivi o irregolari, grazie al deposito di fideiussioni da parte dei costruttori, pari agli oneri che avrebbero dovuto versare ma che non hanno pagato. Percorso che la procura ha già bollato come impossibile senza l’ammissione di colpevolezza da parte di costruttori e tecnici comunali e il ristoro dei danni causati alla comunità. Ora a complicarlo ulteriormente la necessità delle famiglie acquirenti di dimostrare la loro innocenza.

Ma quante sono le “Famiglie sospese”? Secondo loro (e i costruttori) sarebbero 13mila

Ma quante sono poi queste “famiglie sospese”? Secondo il loro comitato – appena nato ma assai ascoltato da sindaco di Milano Giuseppe Sala e presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, tanto che è stato ricevuto da entrambi la scorsa settimana – sarebbero almeno 13mila, pari a 40mila persone.

Il numero auto-certificato e avallato solo dai costruttori

Un numero auto-certificato dal comitato e frutto delle stime realizzate con l’Associazione degli sviluppatori immobiliari ASPESI (nelle cui fila militano diverse aziende coinvolte dalle inchieste). In pratica per il Comitato ad attendere gli appartamenti di lusso sarebbero tante famiglie quante sono quelle che ogni anno fanno domanda di una casa popolare a Milano…

In realtà, a oggi i cantieri sotto sequestro sono solo tre: via Lepontina 7, Residenze Lac di via Cancano 4 e Scalo House di via Lepontina-Valtellina, per un totale di circa 300 appartamenti in costruzione. Dove siano le altre 12.700 famiglie e a quali casi facciano riferimento non è dato saperlo…