L’ex pm di Roma ed ex consigliere del Csm, Luca Palamara, ha patteggiato un anno di reclusione, pena sospesa, per le presunte utilità erogate all’ex magistrato dall’imprenditore Fabrizio Centofanti, che, per lo stesso procedimento davanti al Tribunale di Perugia, aveva patteggiato in udienza preliminare. L’altra imputata Adele Attisani è stata assolta dall’accusa di traffico di influenze illecite, contestato loro.
L’ex pm Luca Palamara condannato a un anno a Perugia. Assolta la Attisani. Il processo riguardava i rapporti con Centofanti
Nell’udienza di oggi i giudici del tribunale di Perugia hanno accolto la richiesta di patteggiamento avanzata dai difensori dell’ex pm, gli avvocati Roberto Rampioni e Benedetto Buratti dopo che la procura di Perugia ha rideterminato il capo d’imputazione nei confronti di Palamara e quindi derubricato il reato di corruzione in quello meno grave di traffico d’influenze illecite. Accolta anche la richiesta della difesa e dell’accusa di assolvere Attisani.
Per l’ex pm si chiude così il filone principale dell’inchiesta che lo ha visto imputato a Perugia per i suoi rapporti con l’imprenditore Centofanti. “Ho deciso di liberarmi dal peso dei processi – ha commentato Palamara – senza l’ammissione di alcuna forma di mia responsabilità. L’ho fatto perché ritengo ci debba essere un momento in cui occorre guardare al futuro per trovare serenità e per superare una fase non certo lusinghiera del nostro sistema giudiziario”.
“Quattro anni dopo – ha aggiunto l’ex magistrato – si chiude un capitolo che ha visto contrapposizioni anche aspre. Accedendo ai riti alternativi previsti dalla legge Cartabia per una ipotesi di reato diversa e sicuramente meno grave, grazie al rigore e all’equilibrio del procuratore Raffaele Cantone”.
E potrebbe essere definita sempre con un patteggiamento, in continuazione, l’ultima e più recente inchiesta, ancora in fase di udienza preliminare, che vede accusato lo stesso Palamara di aver messo a disposizione di due imprenditori “le sue funzioni e i suoi poteri” in cambio, tra l’altro, della partecipazione a “un affare molto vantaggioso”, dell’uso gratuito di due scooter e di soggiorni a Capri e a Roma.
Sempre a Perugia è, invece, ancora in corso il processo che vede imputati l’ex consigliere del Csm e il magistrato Stefano Rocco Fava accusati di rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio e, il solo Fava, anche di accesso abusivo a un sistema informatico.