di Rosario Di Bartolo
Chissà se gli sta mancando il Vaticano, i suoi sacri corridoi ovattati e le stanze di Raffaello. No, non stiamo parlando di Benedetto XVI, ma del suo segretario monsignor Georg Gaenswein, dal 28 febbraio in quel di Castel Gandolfo fino al l’elezione del prossimo Papa. Già, perché questo sacerdote classe 1956, uomo di chiesa dal 1984 e vescovo titolare (cioè con una diocesi estinta in attesa di eventuale nomina in una vera), Oltretevere si era trovato bene. Cominciò finendo paparazzato mentre giocava, atletico e slanciato, a tennis; per poi prendersela con gli imitatori di Joseph Ratzinger, tra cui anche Fiorello. Poi imparò la preziosa lezione di Sanislao Dziwisz, segretario di Giovanni Paolo II e “Papa ombra” negli anni della malattia di Karol Wojtyla: scomparire per contare. E ci è riuscito benissimo, lui che ha definito la sua missione come quella di un vetro, che funziona tanto più bene quanto più è pulito. È stato tanto pulito da aver beccato Paolo Gabriele, il maggiordomo che ogni tanto fotocopiava qualche documento riservato vaticano poi finito in pasto alla stampa. Un’azione degna del commissario Salvo Montalbano da Vigata, complimenti: ma chissà perché, la sua deposizione è stata secretata. Come secretato resta il rapporto Vatileaks che tanto sta facendo congetturare i cardinali. Una coincidenza, senza dubbio: ma Dan Brown ci avrebbe ravanato e tanto.
Di nemico ne avrebbe avuto, dicono, uno solo nella figura del numero due della Santa Sede, il Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Tanto che la sua nomina a Prefetto della Casa Pontificia lo avrebbe di fatto messo in una posizione di “Papa ombra”, potendo decidere chi ammettere alla presenza del Santo Padre e chi no. Una nomina che era sembrata una sorta di “assicurazione” stipulata dal Papa teologo in vista della vecchiaia, prendendo un collaboratore fidatissimo e mettendolo a fare buona guardia su di lui. Poi, un po’ l’ingravescentem aetate, un po’ il fatto che secondo altri questo Papa avrebbe preferito dimettersi anziché cacciare collaboratori come lui e Bertone, alla fine è arrivato il gran rifiuto e il gran trasloco.
Ma non c’è da disperarsi. Col nuovo Papa, c’è chi pronostica, potrebbe arrivare una promozione diocesana per Georg. E magari, tra qualche anno, una berretta cardinalizia. Chissà chi sceglierà come segretario…