Nel Pacifico spirano venti di guerra sempre più insistenti. Ad aumentare una tensione già oltre il livello di guardia, che rischia di far sfuggire la situazione di mano, è la nuova provocazione della Cina di Xi Jinping. Dopo aver invitato le truppe a prepararsi alla guerra, Xi ha deciso di alzare ulteriormente il tiro, lanciando esercitazioni militari, per di più senza averle comunicate in anticipo ai Paesi vicini, utilizzando munizioni reali nei pressi di Taiwan.
Le autorità dell’isola, ritenuta da Pechino “una provincia ribelle”, hanno dichiarato di “monitorare attentamente queste manovre”, definite una “minaccia” per la stabilità regionale. Secondo il governo di Taipei, queste esercitazioni potrebbero far parte delle “tattiche di Pechino per rafforzare la sua intimidazione” nello stretto di Taiwan. Come se non bastasse, secondo quanto riferito su X dal ministero della Difesa taiwanese, oltre alle esercitazioni militari, la Cina ha inviato 17 jet militari e 9 navi da guerra nello stretto. Il ministero ha inoltre precisato che 11 velivoli si sono introdotti nella zona di identificazione della difesa aerea (Adiz) dell’isola.