Le mire espansionistiche della Cina, che minacciano Taiwan, e le continue provocazioni della Corea del Nord sono state al centro della prima riunione dei ministri degli Esteri di Stati Uniti, Giappone, India e Australia nel cosiddetto formato Quad (Quadrilateral Security Dialogue), da quando Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca. Davanti alle tensioni crescenti, i ministri hanno ribadito che “il diritto internazionale, la pace e la sicurezza in tutti i settori, compresa la sfera marittima, costituiscono la base per la prosperità dell’Indo-Pacifico”.
Stando a quanto si legge nella nota congiunta, “ci opponiamo fermamente a qualsiasi azione unilaterale che cerchi di cambiare lo status quo attraverso la forza o la coercizione”. Per contrastare queste manovre ostili, i quattro Paesi si impegnano a “rafforzare la sicurezza marittima, economica e tecnologica della regione di fronte alle crescenti minacce, nonché a promuovere catene di approvvigionamento affidabili e resilienti”.
Il lavoro del Quad, proseguirà regolarmente nei prossimi mesi nel quadro dei preparativi per il prossimo vertice dei quattro Paesi in India. L’alleanza Quad, che comprende India, Stati Uniti, Giappone e Australia, è stata creata nel 2007 dall’allora primo ministro giapponese Shinzo Abe come meccanismo consultivo informale per i quattro Paesi che “condividono i valori di una regione indo-pacifica libera”.
Il Pacifico è una polveriera: gli Stati Uniti riuniscono gli alleati dell’area per discutere del rafforzamento della loro presenza militare. E la Cina protesta
Le dichiarazioni, pur senza citare direttamente la Cina, hanno infastidito non poco il governo di Pechino. Come dichiarato dalla portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, le attività della Cina nelle acque del Mar Cinese Meridionale e Orientale “sono legittime e irreprensibili”. La diplomatica ha poi smentito seccamente che la Cina sia intenzionata a “cambiare lo status quo” dell’area, affermando al contrario che Pechino “ha sempre sostenuto e continuerà a sostenere che la cooperazione tra Paesi non dovrebbe prendere di mira terze parti”.
Ha inoltre sottolineato che “la politica di gruppo e gli scontri tra blocchi non porteranno pace e sicurezza e non sono favorevoli alla stabilità nella regione Asia-Pacifico o nel mondo”.