Nonostante il silenzio delle principali testate giornalistiche, il caso Maurizio Gasparri, che – come svelato da La Notizia e da un’inchiesta di Report (la prima parte in onda domani) – presiede una società di cybersecurity pur non avendolo mai comunicato al Senato, non accenna a calmarsi.
Anzi, monta, con l’ex vice presidente di Palazzo Madama, recentemente “degradato” a capogruppo di Forza Italia, che ieri si è difeso attaccando: “Ho un incarico non operativo, che non svolge nessuna funzione amministrativa o di gestione, che non solo è compatibile con le attività, ma che a mio avviso non andava segnalato perché non è di gestione”, ha dichiarato a SkyTg24. Tuttavia ieri è filtrata tutta l’irritazione del premier Giorgia Meloni, la quale, secondo Dagospia, non avrebbe preso affatto bene le rivelazioni del nostro giornale, tanto da pretendere le immediate dimissioni di Gasparri dalla presidenza della società Cyberealm.
Perno israeliano
Per capire a fondo ciò che sta accadendo, occorre un veloce riassunto delle puntate precedenti. La Notizia tre giorni fa ha reso noto che Gasparri presiede la società di sicurezza informatica, la Cyberealm di Roma, che nel luglio scorso si era proposta come fornitore all’agenzia delle Dogane di una piattaforma software per analisi dati. Un scoop sul quale stava lavorando anche Report e che il programma di inchiesta (recentemente attaccato da Gasparri in Commissione di Vigilanza Rai) avrebbe rivelato in una puntata in calendario tra due settimane.
Allo scoop de La Notizia è seguita il giorno dopo l’anticipazione della puntata di Report, che sarà trasmessa in parte domani, con una clip su Facebook: «Nelle ultime settimane Gasparri si è scagliato più volte contro Report – ricorda la trasmissione di Sigfrido Ranucci -. Il senatore sapeva ben prima della Commissione Vigilanza Rai che Report aveva scoperto i suoi interessi privati, mai dichiarati al Parlamento. Si tratta di una misteriosa società di sicurezza informatica”. E circa la Cyberealm Ranucci afferma che svelerà “chi ne fa parte: manager e collaboratori – sia ufficiali che occulti – con un passato imbarazzante e legati ai servizi segreti di altri Paesi. Alcuni di loro in questo momento sono impegnati materialmente nel conflitto israelo-palestinese in attività sensibili. Gasparri ha di fatto tessuto per loro relazioni istituzionali per l’assegnazione di commesse tenendo all’oscuro il Senato. Commesse che riguardano tutti i suoi ruoli istituzionali”.
Fulcro di tutto è l’italo-israeliano Leone Ouzana, già capo delle relazioni istituzionali della società Telit (la stessa società per la quale Gasparri andò a lavorare dopo essere stato Ministro delle Comunicazioni), e oggi Ad della Cyberealm.
Ragnatela societaria
Di fatto Cyberealm è una società-scatola che controlla altre società, le quali, a loro volta, si controllano tra loro. Cyberealm per esempio detiene il 24% di Atlantica Cyber Security srl (dove Ouzana risulta consigliere), mentre il restante delle azioni è in mano ad Atlantica Digital per il 26% e a Sm4 Italy Acquisition per un altro 25%. Una rete di società che si assorbono, si partecipano, si fondono.
Risalendo le varie visure camerali si scopre che per esempio Atlantica Digital è al 100% di proprietà di Sm4 Italy. Smart 4 Engineering (SM4), infatti, è una società veicolo francese di private equity, che investe in Francia, Spagna, Portogallo e Italia, fondata da Cyril Roger (già co-ceo di Altran, colosso francese della consulenza nel settore dell’ingegneria e cybersecurity) e da Carlo Torino (ex Credit Suisse, Goldman Sachs, SocGen). Nel giugno 2021 SM4 ha acquisito il 100% di Atlantica Digital spa e della controllata Atlantica Cybersecurity srl, nonché la partecipazione della controllata Atlantica Cybersecurity da Cyberealm.
Allora a vendere Atlantica Digital a SM4 furono i manager Pierre Levy, Fabrizio Del Nero e Maurizio Tufo (In-Holding), tutti nomi che oggi si ritrovano tra i soci Atlantica Cyber Security. Ad occuparsi degli aspetti fiscali di quella transazione – che era passata al vaglio dell’approvazione Golden Power da parte del governo italiano ed era stata finanziata da Bnl – era stato lo Studio dell’ex ministro Giulio Tremonti. Un’operazione che aveva seguito di un solo mese un’altra acquisizione di SM4, quella del 60% della Top Network spa, società con sede a Roma, specializzata nel supporto alle imprese nei processi di digital transformation.
Mondo Telit
Fondata nel 2003, Top Network con circa 500 dipendenti, 5 sedi operative e 12 sedi lavorative in Italia, offre servizi e soluzioni ad alta innovazione tecnologica, che integrano l’Intelligenza Artificiale con altre tecnologie (blockchain, Cloud, Data Science, Internet of Things), spaziando dalla robotica ai sistemi satellitari, ai sistemi di analisi visiva, ai motori di ricerca semantica e machine learning. Scopo dichiarato da SM4 quello di creare “un gruppo internazionale con competenze di alto livello nel settore digitale e tecnologico, con particolare attenzione al settore della trasformazione digitale, data science, cybersecurity e intelligenza artificiale”.
Ma ancora non è finita: secondo Report, oltre a Ouzana, nella ormai nota Cyberealm avrebbe quote societarie anche l’israeliano Uzi Katz, ex amministratore delegato di Telit Comunicazioni. Un manager assurto agli onori delle cronache nel 2017 per esser stato licenziato in tronco, quando si scoprì che per 17 anni aveva mentito sulla sua identità. In realtà si chiamava Oozi Cats ed era ricercato dalle autorità Usa per una presunta maxi truffa immobiliare risalente agli anni ’90.