Dal lavoro che scarseggia fino al Fisco che preoccupa gli italiani, dalla povertà che dilaga fino ai fondi tagliati per welfare e sanità. E ancora la necessità di dare un futuro ai giovani e di difendere la Costituzione. Si muove su queste direttrici la manifestazione indetta dalla Cgil che si svolgerà oggi a Roma. Un evento che segna l’inizio del cosiddetto ‘autunno caldo’ per Giorgia Meloni, con le piazze che torneranno a rumoreggiare dopo una lunga tregua, e che sembra essere la prova generale della maxi manifestazione dell’11 novembre contro il governo Meloni, annunciata dalla segretaria del Pd Elly Schlein e a cui dovrebbe partecipare anche il Movimento 5 Stelle come lascia intuire l’apertura di ieri di Giuseppe Conte.
La manifestazione della Cgil a Roma sarà la prova generale per la piazza dell’11 novembre per difendere la sanità pubblica
“La via maestra, insieme per la Costituzione”. È lo slogan scelto dalla Cgil e da più di cento associazioni per la grande manifestazione nazionale di oggi a cui parteciperanno sia esponenti di spicco del Pd, tra cui la stessa segretaria, che del Movimento 5 Stelle. Attese in piazza, in due distinti cortei che prenderanno il via alle 13.45 rispettivamente da Piazza della Repubblica e da Piazzale dei Partigiani per poi convergere a Piazza San Giovanni per una serie di interventi dal palco, almeno 100mila persone per gridare tutto il malcontento che scuote il Paese.
Come si legge nel manifesto dell’evento, si sfilerà per le strade della Capitale “per il lavoro, contro la precarietà, per il contrasto alla povertà, contro tutte le guerre e per la pace, per l’aumento dei salari e delle pensioni, per la sanità e la scuola pubblica, per la tutela dell’ambiente, per la difesa e l’attuazione della Costituzione contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare”.
Sul palco montato a Piazza San Giovanni, a partire dalle 15, si succederanno gli interventi di numerosi relatori tra cui il presidente di Libera Don Ciotti, Gustavo Zagrebelsky, Rosy Bindi, Matteo Ricci e, in conclusione, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Proprio quest’ultimo ieri ha aizzato la folla dichiarando che “è il momento di prendere la parola, di difendere la democrazia e di ribellarci per cambiare il nostro Paese, per dare un futuro ai giovani. La Costituzione è la nostra ‘Via maestra’ e noi la vogliamo realizzare”.
Alla base della manifestazione della Cgil ci sono sette macro aree: Lavoro, Fisco, Giovani, Pensioni, Stato sociale, Politiche industriali, Pace e Costituzione. Sul primo punto, come spiegano dalla sigla sindacale, si chiederà al governo Meloni di aumentare gli stipendi e le pensioni, di rinnovare i contratti nazionali detassando gli aumenti, eliminare i divari retributivi che colpiscono le donne e introdurre il salario minimo. Insomma si chiede al governo e in particolare alla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, una vera e propria ‘inversione a u’ rispetto a quanto fatto fino ad ora perché, secondo i manifestanti, gli italiani sono allo stremo e per trovare un impiego non basta un portale ma servono riforme strutturali.
Un cambio di rotta necessario, spiega la Cgil, che deve riguardare anche le politiche fiscali per le quali occorre promuovere un fisco progressivo a sostegno dei redditi da lavoro e da pensione, abbandonare il prima possibile l’ipotesi di istituire una flat tax per tutti, tassare gli extraprofitti delle grandi aziende e, soprattutto, contrastare l’evasione fiscale, le sanatorie e i condoni. Per rendere meno complicata la vita ai giovani si chiede di favorire il lavoro stabile a tempo indeterminato, cancellare la precarietà, approvare un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori e, in ultimo, garantire il diritto allo studio attraverso investimenti mirati per servizi e per mitigare l’emergenza alloggi culminata nella cosiddetta protesta delle tende con cui gli studenti di tutta Italia hanno denunciato il caro affitti, ricevendo dal governo qualche frase di circostanza e promesse molto vaghe.
Sulle pensioni si chiede senza mezzi termini di superare la legge Fornero e tutelare il potere di acquisto degli assegni di anzianità davanti all’inflazione galoppante. In relazione allo Stato sociale si chiede di smetterla con i tagli al già claudicante Servizio sanitario nazionale e, al contrario, rilanciarlo con poderosi investimenti. Inoltre si chiede di sbloccare le assunzioni nel settore della sanità e di tutti i settori pubblici della conoscenza e, in ultimo, di investire pesantemente sulla sicurezza sul lavoro.
Per quanto riguarda il sesto punto, ossia le politiche industriali, si chiede di realizzare una nuova strategia per affrontare le crisi vecchie e nuove; puntare sulla transizione ambientale ed energetica; riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo governando i processi di digitalizzazione. Ultimo punto ma non per questo meno importante, il richiamo alla pace e alla Costituzione per il quale i manifestanti chiedono al governo Meloni: di impegnarsi per favorire il dialogo in Ucraina e fermare la guerra, un’esigenza pressante visto che di recente è stato annunciato che è in dirittura d’arrivo l’ottavo decreto armi da inviare a Kiev; di contrastare l’autonomia differenziata e il presidenzialismo; di chiedere una nuova legge elettorale; di applicare a pieno i principi e i valori della nostra Costituzione in materia di migranti, tutela dell’indipendenza della magistratura e di ogni altro ambito costituzionalmente garantito.
Tutti punti che saranno al centro della manifestazione dell’11 novembre, come dichiarato dalla Schlein: “Per tutte le nostre battaglie dobbiamo fare un passo avanti e convergere in un solo luogo, dove invitiamo tutte le persone che sentono come noi l’urgenza di costruire un’alternativa a questo governo, a questa destra”. “Se il Pd l’11 novembre terrà questa manifestazione e saremo invitati, e sarà contro le politiche del governo, ovviamente noi ci saremo per dare il nostro sostegno e assicureremo la nostra presenza” ha risposto Conte. Insomma per la Meloni si prospettano tempi duri.