Un bombardamento aereo ha colpito un ospedale per bambini, nella località di Kafar Takharim, nella provincia di Idlib, in Siria. Il bilancio, ancora non definitivo, è di due morti e decine di feriti, di cui alcuni in gravi condizioni. La notizia è stata riferita da Save The Children, responsabile della struttura. Che è anche l’unica funzionante nel raggio di 100 chilometri, offrendo un servizio fondamentale alla popolazione stremata dal conflitto. “Un ospedale ostetrico sostenuto da Save the Children a Idlib è stato bombardato”, è stato annunciato su Twitter. Sin dall’inizio è stato riferito del ferimento di alcuni bambini, donne e membri dello staff medico. “Un ordigno ha colpito l’ingresso dell’ospedale, il più grande della zona, che assiste una media di 1.350 donne e 400 parti al mese”, ha poi spiegato l’organizzazione non governativa in un breve comunicato stampa. Siamo “sconvolti dalla notizia che un ospedale pediatrico che sosteniamo è stato bombardato. La violenza deve cessare”, hanno fatto sapere dalla ong. “A 5 mesi dal bombardamento che colpì l’ospedale di Medecins Sans Frontieres, ora giungono notizie gravi del bombardamento di ospedale di Save the Children in Siria. Si tratta di una situazione inaccettabile”, ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro.
SITUAZIONE DISPERATA AD ALEPPO
Le prime immagini disponibili hanno mostrato che l’ospedale è stato in gran parte distrutto e potrebbe non essere più operativo: l’ingresso principale non è più agibile. E, secondo le testimonianze, ci sono molte vittime, compresi bambini e il personale medico. La zona di Idlib è controllata dai ribelli ‘laici’ anti-Assad. Ma non è ancora chiaro chi abbia condotto l’operazione. Si parla di “jet non identificati”. D’altra parte la guerra civile in Siria colpisce ormai stabilmente le strutture ospedaliere: solo nella scorsa settimana sono stati bombardati quattro ospedali da campo e una banca del sangue vicino Aleppo, la seconda città più grande del Paese e la più martoriata dal conflitto. “La situazione per circa 100mila bambini è disperata. Sono intrappolati e sotto assedio: hanno bisogno con urgenza del nostro aiuto”, aveva spiegato Sonia Khush, responsabile in Siria per Save the Children, che ha lanciato un altro allarme: “I civili ad Aleppo rischiano ora di dover affrontare i morsi della fame. Le forniture alimentari si esauriranno entro poche settimane se non verrà permesso agli aiuti di entrare”.
STRAGE
Il bilancio della giornata di ieri è particolarmente pesante. Già nella mattinata, infatti, era stata riferita la notizia dell’uccisione di almeno 28 civili. Sotto accusa in questo caso è finito un attacco della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Le bombe sono state sganciate nei sobborghi della città settentrionale siriana di Manbij, nella provincia di Aleppo. È certo infatti che nelle ultime ore i vertici militari di Washington hanno ordinato degli attacchi in quella zona con lo scopo di indebolire i miliziani dell’Isis. L’emergenza umanitaria, quindi, non si ferma in Siria. Nonostante una guerra che ha ucciso quasi 300mila persone. E che è molto lontana dalla sua fine.