Ormai Matteo Salvini è Capitan disperazione. Il nuovo uomo forte in pochi giorni è diventato il più debole di tutti. E’ quello che rischia di perdere tutto e nel modo peggiore. Tanto che ormai sta promettendo qualsiasi cosa e si sta rimangiando qualsiasi promessa fatta pur di salvarsi la poltrona e il ruolo di capo nella stessa Lega.
L’INCUBO. Quando sulla spiaggia del Papeete di Milano Marittina, tra un mojito e una cubista, Salvini ha aperto la crisi di governo e la Lega ha subito presentato una mozione di sfiducia per il premier Giuseppe Conte, il Capitano pensava di mandare tutti a casa in fretta, tornare al voto e stravincere alla testa di un’invincibile armata di centrodestra. Poi stravolgere le istituzioni, pensava, sarebbe stato facile, tanto che era arrivato a chiedere pieni poteri come prima di lui ha fatto solo Benito Mussolini. Quelle aule parlamentari che sembrano andare particolarmente strette al leghista improvvisatosi statista gli hanno però dato una sonora lezione. E il sogno è diventato incubo. Salvini si è reso conto che sta rischiando seriamente di perdere tutto. Non sembra un caso che sia rimasto incollato alla poltrona del Viminale e con lui i suoi ministri nei rispettivi dicasteri.
GLI SCENARI. Se andrà in porto quello che appare l’ormai probabile accordo tra Movimento 5 Stelle e Pd, la Lega finirà per qualche anno sui banchi dell’opposizione. Una posizione in cui è piuttosto difficile mantenere il consenso di cui attualmente il partito gode e che, viste anche le contestazioni nel corso del beach tour salviniano, già inizia a vacillare. Salvini comincia inoltre ad essere messo in discussione dagli stessi suoi uomini, che si sono visti catapultati in una crisi al buio. Pesanti da questo punto di vista le parole di Giancarlo Giorgetti nei giorni scorsi. E come se non bastasse con la Lega fuori da Palazzo Chigi i governatori del Nord potrebbero dire addio alle agognate autonomie.
Altro che partito nazionale. Il Carroccio diventerebbe un partitino anche nelle roccaforti settentrionali. Non è un caso del resto che, messo alle corde, Salvini nelle ultime ore si sia fatto incredibilmente piccino e sia arrivato a specificare che il suo telefono è sempre acceso e nessuna sua porta mai chiusa, sperando in un nuovo abbraccio con i pentastellati. Senza contare che se il Movimento formerà un nuovo esecutivo con i dem, la Lega può dire addio anche al commissario europeo, arrivando a contare zero, nonostante la valanga di voti incassati, in un’Unione europea dove già pesa ben poco.
LE INCHIESTE. Fuori dal Viminale e pure da Palazzo Chigi, le inchieste in corso su Siri e sul Russia-gate rischiano inoltre di farsi ancor più pericolose per il Capitano. Da Milano con ogni probabilità arriveranno colpi pesanti ai leghisti andando ad approfondire i rapporti tra Gianluca Savoini e i russi, che il Capitano disperato si è sempre rifiutato di chiarire nelle aule parlamentari. Ma brutte sorprese potrebbero arrivare anche dalle indagini sull’ex sottosegretario Armando Siri. Ipotesi che dovrebbero consigliare maggiore cautela al ministro dell’interno nella guerra personale sui migranti. Anche su tale fronte sono aperte altre indagini e questa volta potrebbe non ottenere una ciambella di salvataggio come nel caso Diciotti.