La giustizia italiana si sta lentamente, ma neanche troppo, avvicinando agli standard europei. Questo è il bilancio tratteggiato dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che al Senato ha presentato la propria relazione annuale sullo stato della giustizia, aprendo però con una premessa importante, e cioè che “si continuano a reiterare schermaglie e stereotipi di altri tempi: si governa sempre più su scala internazionale, tramite accordi fondati sulla condivisione dei poteri. Qui si gioca la credibilità di tutte giurisdizioni nazionale. Cresce la criminalità transfrontaliera e informatica, la risposta non può più essere solo nazionale e per questo abbiamo sostenuto la nascita di una Procura europea, ma finora hanno prevalso le preoccupazioni miopi degli Stati”.
Ma il ministro è andato oltre, portando a testimonianza della bontà del suo operato in tal senso il fatto che “abbiamo sostenuto la necessità di un ampliamento di uno scambio di informazioni tra stati, di EuroJust ed Europol, nell’ottica di un ampliamento della cooperazione internazionale giudiziaria. E anche il numero di accordi internazionali stipulati, nell’ultimo triennio sono triplicati rispetto al triennio precedente”
Passando alle questioni più propriamente interne, Orlando vede miglioramenti sul versante della tutela dei diritti fondamentali (“il nostro Paese viene stimato per l’equilibrio raggiunto per sforzi per la sicurezza e tutela dei diritti, laddove in altri paesi si è assistito ad una forte limitazione delle libertà”) pur tornando a stimolare la ripresa del dibattito sul reato di tortura. E mentre “il numero di cause in Italia è ancora molto alto, siamo ancora nel solco dell’idea, rivelatasi sbagliata, che a maggior numero di procedimento corrisponde maggiore sicurezza”, siamo comunque molto apprezzati in Europa “per l’elevato numero di procedimenti alternativi. La popolazione carceraria è diminuita del 10 per cento in tre anni: fondamentale è stato il potenziamento delle misure alternative. I risultati non sono ancora del tutto positivi, ma l’ampliamento dei presupposti per le misure alternative, il definitivo superamento degli Opg, le sanzioni alternative, l’istituto della messa in prova per gli adulti inducono a costruire un sistema di probation al pari degli altri paesi europei”. E anche sulla prescrizione “credo si sia raggiunto un giusto equilibrio tra l’esigenza di assicurare alla giurisdizione tempi congrui allo svolgimento delle attività di accertamento dei fatti di reato e quella di garantire la ragionevole durata del processo”.