Di far saltare completamente i paletti sulla gestione dei flussi migratori posti da Matteo Salvini nello stesso Pd non se ne parla quasi più. Quelle norme hanno guardato alla pancia del Paese e la pancia è quella che porta voti, che gonfia il consenso sui social e poi nell’urna. Tutti attenti dunque a discutere di modifiche e coinvolgimento dell’Unione europea nell’accoglienza, senza lasciar trapelare neppure l’ipotesi che le organizzazioni umanitarie possano tornare ad essere le benvenute sulle coste italiane. Un giapponese però c’è.
L’ultimo dei giapponesi dem. Ed è Matteo Orfini. “I decreti Sicurezza vanno abrogati, non ha senso mantenere le politiche di Salvini”, ha ripetuto anche ieri. “Abbiamo il coraggio di andare a una trattativa con gli alleati e con il premier – ha aggiunto – dicendo o è questo o non è?. Credo che dovremmo farlo. Se dobbiamo stare al governo per mantenere le politiche di Salvini, non ha senso”.
Ma l’ex presidente del partito in tale battaglia sembra essere rimasto tristemente solo. E solo o quasi appare anche nel tentativo di far approvare una legge sullo ius soli concedendo così la cittadinanza ai figli dei migranti. Del resto se quest’ultima impresa non è riuscita con i precedenti Governi, quando il Pd doveva vincere solo la resistenza di Angelino Alfano, sembra improbabile che possa essere portata a termine oggi.