Il giochetto di Orbán antieuropeista da presidente del Consiglio dell’Ue rischia di essere già al tramonto. Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri, ha riperso la pazienza nei confronti del primo ministro ungherese Viktor Orbán. Il motivo è la cosiddetta “missione di pace” di Orbán, che includeva incontri con Vladimir Putin a Mosca e Xi Jinping a Pechino, durante il semestre di presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue. Borrell ha definito il comportamento di Orbán “puramente vergognoso”, sottolineando che la Russia è l’aggressore e l’Ucraina sta esercitando il suo diritto all’autodifesa.
La critica di Borrell alle politiche di Orbán
Borrell ha ribadito che tutti i membri dell’Ue devono sostenere attivamente la politica estera comune, in linea con l’articolo 24.3 dei Trattati dell’Ue, e che le azioni di Orbán rappresentano una mancanza di cooperazione leale. Ha inoltre annunciato che la riunione informale dei ministri degli Esteri, originariamente prevista a Budapest, si terrà a Bruxelles, aggiungendosi al boicottaggio già annunciato dalla Commissione Europea.
Orbán e il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjártó, hanno criticato le forniture di armi dell’Ue a Kiev, definendole una “politica a favore della gUerra”. Borrell ha risposto che l’unico favorevole alla gUerra è Putin, non l’Unione Europea. Ha anche denunciato il perenne veto dell’Ungheria all’assistenza militare dell’Ue per l’Ucraina, che attualmente blocca 6,6 miliardi di euro di rimborsi.
L’annuncio di Borrell è stato un colpo significativo per l’Ungheria, che da tempo è in disaccordo con Bruxelles su vari temi, tra cui lo stato di diritto e la libertà di stampa. La presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue, iniziata con grandi aspettative, ha subito un duro colpo con qUesto boicottaggio. I funzionari dell’Ue hanno espresso preoccupazione per l’indipendenza giudiziaria in Ungheria e le violazioni dei diritti umani, sottolineando che qUesti problemi mettono in discussione la capacità dell’Ungheria di guidare l’Unione.
Borrell ha concluso dichiarando di aver “perso la speranza” che Budapest cambi posizione a breve, avvertendo che l’assenza di rimborsi potrebbe disincentivare ulteriori aiuti militari a Kyiv. Ha insistito sulla necessità di un fronte unito e coerente all’interno dell’Ue per affrontare le sfide geopolitiche, specialmente con l’aggressione russa in corso.
Il futuro dell’Ungheria nell’UE
La presa di posizione di Borrell riflette una crescente impazienza all’interno dell’Ue verso le azioni di Orbán, che spesso sembrano andare contro i principi fondamentali dell’Unione. Mentre l’Ungheria cerca di mantenere relazioni diplomatiche bilaterali con la Russia e la Cina, molti stati membri dell’Ue vedono qUeste mosse come una minaccia alla solidarietà e alla sicurezza collettiva dell’Unione.
L’atteggiamento di Orbán ha sollevato interrogativi sul futuro dell’Ungheria nell’Ue e sulla sua capacità di rispettare i valori e le regole comuni. I prossimi mesi saranno cruciali per determinare se l’Unione riuscirà a mantenere la coesione interna di fronte a queste sfide, o se le divisioni interne porteranno a un ulteriore indebolimento della sua posizione globale.
Dopo giorni di speculazioni, Borrell ha confermato che il prossimo incontro informale dei ministri degli Esteri, noto come Gymnich, originariamente previsto a Budapest alla fine di agosto, sarà invece ospitato a Bruxelles. Il cambiamento si aggiunge al boicottaggio già annunciato dalla Commissione europea, che consiste nell’inviare funzionari pubblici, anziché commissari, agli incontri informali in Ungheria.
Orbàn si conferma il capo ideale per i patrioti europei. Utilizza l’istituzione europea per fomentare la propaganda e poi si lamenterà – sicuro – di essere stato messo ai margini. Possiamo già indovinare la retorica sui “poteri forti”, incapace di riconoscere le regole della democrazia.