La destra europea scricchiola sotto il peso della guerra in Ucraina, con Putin ormai detronizzato dal ruolo di grande ispiratore del nazionalismo. Anche la destra italiana non sta benissimo. Ieri Viktor Orbán era in tour a Roma fresco dalla sua vittoria elettorale, diviso tra la visita a Papa Francesco (da cui ha ricevuto lodi per la protezione dei profughi ucraini, dimenticandosi di tutti gli altri) e l’incontro con Matteo Salvini che ormai è costretto a giocare di sponda per ottenere un po’ di visibilità. I due ex amici del cuore di Putin hanno parlottato per almeno un’ora, rinsaldando quel legame che era stato celebrato già la scorsa primavera a parti invertite, con Salvini a Budapest. Dal quartier generale della Lega fanno sapere che l’incontro “è stata l’occasione soprattutto per fare il punto della situazione internazionale, anche alla luce della crisi in Ucraina”. Chissà se Salvini sarà sulla stessa linea di Orbán che, fresco di rielezione, lo scorso 4 aprile ci tenne a fare sapere al mondo che la sua era una vittoria “anche contro Volodymyr Zelensky”. Notevole anche il passaggio in cui Salvini sottolinea la totale sintonia «per quanto riguarda il contrasto all’immigrazione illegale, la necessità di abbattere il carico fiscale per famiglie e imprese, per lavorare a un progetto di centrodestra europeo chiaramente alternativo ai socialisti, per difendere i valori e le radici dell’Occidente». Nonostante Putin sia ormai caduto in disgrazia la visione politica di Putin rimane vivissima e l’Ungheria si candida per essere la nuova Russia nel cuore dell’Europa.
Orban in visita a Roma incontra Salvini, il Papa ma non Giorgia Meloni
Cosa accadrà nei prossimi mesi dipenderà molto dal risultato delle presidenziali in Francia, con Marine Le Pen che punta a sconfiggere le elezioni per spostare gli equilibri europei. I dati, ad oggi, dicono che sarà molto difficile.
Ma la notizia interessante per la politica italiana è che la scampagnata italiana di Orbán non prevede l’incontro con Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia, ormai convinta di essere la candidata alla presidenza del Consiglio del centrodestra alle prossime elezioni, preferisce non dare segnali di cedimento nei confronti di Putin, seguendo il solco del primo ministro polacco Mateusz Jakub Morawiecki. È l’ennesimo sintomo della distanza che Salvini e Meloni continuano a scavare, entrambi molto più impegnati a trattarsi da nemici più che come alleati di un programma di costruire insieme.
Per le prossime elezioni amministrative nel centrodestra è tutto in stallo
Anche l’agitazione del centrodestra in Parlamento sulla delega fiscale appare un tentativo malriuscito di coprire i dissidi interni. Salvini e Meloni non si vedono insieme dalla famosa riunione a casa Berlusconi in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica e i giochi per le prossime elezioni amministrative (950 comuni al voto, di cui 26 capoluoghi di provincia con 4 capoluoghi di Regione: Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo) sono ancora in alto mare. Oltre al caos Sicilia (con Giorgia Meloni che vorrebbe confermare Musumeci mentre Forza Italia guarda al centro) a Palermo e Messina è tutto in stallo. In alto mare anche Verona (dove Forza Italia non ha alcune intenzione di appoggiare l’uscente Sboarina, Fdi, sostenuto anche dalla Lega), Parma (dove FdI non vuole appoggiare la ricandidatura di Vignali) e Catanzaro (dove Forza Italia e Lega stanno convergendo addirittura su Valerio Donato, ex dirigente del Pci-Pds-Ds-Pd). La coalizione che dovrebbe essere pronta a vincere le prossime politiche per ora esiste solo nelle intenzioni.