Alla fine l’accordo sulla Brexit è arrivato. Dopo un lavoro durato tutta la notte, all’alba è giunto il tanto agognato annuncio del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker dopo l’incontro di prima mattina con la premier britannica Theresa May a Bruxelles. “È stato un negoziato difficile, ma ora abbiamo una prima svolta, sono soddisfatto dell’accordo equo che abbiamo raggiunto con la Gran Bretagna”, ha dichiarato Juncker, che ha sottolineato che è giunto ora il momento di “guardare al futuro in cui la Gran Bretagna è un amico e un alleato”, con un “periodo di transizione”, ma “faremo un passo dopo l’altro”. “Ora ci stiamo tutti muovendo verso la seconda fase sulla base di una fiducia rinnovata”.
“Abbiamo lavorato duro” per arrivare a un accordo sulla Brexit, “non è stato facile per entrambe le parti”, ma ora ci siamo, ha detto May, che ha assicurato che quello raggiunto rappresenta “un miglioramento significativo” rispetto a quanto era stato concordato lunedì scorso ed “è nel migliore interesse del Regno Unito”.
L’accordo stretto tra Ue e Gran Bretagna, che sarà sottoposto al vertice Ue del 14-15 dicembre, “garantisce i diritti di oltre 3 milioni di cittadini Ue che vivono in Gran Bretagna”, a cui “si applicherà il diritto britannico in corti britanniche”, ha spigato la premier inglese. Per quanto riguarda il ‘conto’ del divorzio, è “un’intesa equa per i contribuenti britannici che consentirà di investire di più nelle priorità nazionali”. La Gran Bretagna, inoltre, si è impegnata a “evitare che sia eretta una frontiera fisica” tra Irlanda e Irlanda del Nord. Il primo ministro irlandese, Leo Varadkar, ha salutato “un giorno molto importante” nei negoziati e ha aggiunto che l’accordo rappresenta “la fine dell’inizio dei negoziati”.
Ma gli sforzi non sono finiti. “Le sfide più difficili sono ancora davanti a noi – ha detto il presidente dell’Unione Europea, Donald Tusk, commentando l’intesa -. Tutti sappiamo che separarsi è difficile, ma separarsi e costruire una nuova relazione è ancora più difficile. Anche perché il Regno Unito dovrà rispettare “tutte le leggi dell’Unione incluse le nuove leggi”, gli impegni di bilancio, la supervisione Ue e i relativi obblighi. Dal 29 marzo, in ogni caso, le decisioni nell’Unione europea saranno prese a 27.