Il feeling ha avuto adesso la consacrazione del Forum Ambrosetti di Cernobbio. Gli interventi in riva al lago, si sa, sono a porte chiuse. Ma le lodi dispensate da Luigi Di Maio, candidato premier a 5 Stelle, non potevano restare a lungo sottotraccia. Qualcuno, in platea, ha addirittura ironizzato su un Di Maio lobbista dell’Enel. In che senso? Molto semplice. Più testimoni riferiscono che durante l’intervento di domenica scorsa, in realtà piuttosto breve, l’esponente pentastellato ha citato almeno tre volte l’Enel, con toni che hanno sfiorato il celebrativo. Il contesto, in particolare, era legato alla necessità per l’Italia di sviluppare la “mobilità elettrica”.
Il punto – Il tema per Di Maio non è nuovo, visto che anche in occasione del recente tour in Sicilia aveva avuto modo di ricordare che nel Belpaese ci sono soltanto 8mila auto elettriche, meno inquinanti in quanto non alimentate con combustibili fossili. Da qui il progetto, nel caso in cui i 5 Stelle andassero al Governo, di raggiungere la quota di un milione di auto elettriche entro cinque anni. Gli stessi concetti, però, sono stati ripetuti da Di Maio di fronte alla platea dei “poteri forti” di Cernobbio, con riferimenti espliciti al colosso di Stato guidato da Francesco Starace. Come aveva già fatto in Sicilia, con tanto di video pubblicato online, il candidato premier grillino è tornato a evocare il progetto “vehicle-to-grid”, sviluppato proprio dall’Enel con l’ausilio della Nissan. In pratica si tratta di far sì che il collegamento delle auto alle colonnine non sia soltanto un modo per ricaricare le batterie del veicolo, ma anche un meccanismo per cedere energia alla rete, contribuendo a tenerla in equilibrio. Una sperimentazione di questo tipo, ha ricordato Di Maio, viene condotta dall’Enel in Danimarca. Insomma, con lo stupore di una buona fetta di ascoltatori, sono emerse affinità elettive tra l’esponente pentastellato e la società partecipata dal ministero dell’Economia. Il tutto accompagnato da una stoccatina non indifferente riservata alla Fiat. Secondo Di Maio, infatti, in Italia il gruppo guidato da Sergio Marchionne investe poco o niente nella tecnologia necessaria per sviluppare auto elettriche. Mentre l’Enel, a detta del vicepresidente della Camera, da questo punto di vista è all’avanguardia.
Gli altri riferimenti – Senza contare che lo stesso Di Maio ha precisato che l’energia elettrica necessaria ad alimentare le auto dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili. E chissà che il suo pensiero, nel sostenere questa posizione, non sia andato a Enel Green Power, la società di energie rinnovabili del gruppo. A ogni buon conto, nell’ascolare Di Maio a Cerbobbio, molti si sono chiesti se per caso nei mesi scorsi siano intercorsi contatti tra lo stato maggiore dell’Enel e il candidato premier a 5 Stelle, che parlando al Forum Ambrosetti ha dimostrato di conoscere molto bene i progetti portati avanti sul tema dal colosso elettrico. Magari sono solo suggestioni. O magari qualche contatto c’è anche stato. Di sicuro da Cernobbio è venuto fuori un Di Maio grande estimatore dell’Enel.
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