di Marco Castoro
La Rai non finirà mai di stupire. Non solo per i compensi non pubblicati sul sito, oppure per i contratti faraonici dei suoi big o per gli sprechi dei rimborsi gonfiati. L’ultima chicca riguarda le nomine. Il capo del personale, Luciano Flussi, viene sostituito da Valerio Fiorespino, attuale direttore delle risorse televisive. E dove finisce Flussi? Per lui viene creato un nuovo ruolo: il direttore generale aggiunto della Sipra, oggi Rai pubblicità. Un po’ come accade all’Agenzia delle entrate. Un bel parcheggio di prestigio non si nega a nessuno, soprattutto a Viale Mazzini.
Rai pubblicità ha Luigi Gubitosi come presidente, Lorenza Lei è l’amministratore delegato e Fabrizio Piscopo il direttore generale. Un’altra nomina che si assegna riguarda la Tgr. A rimpiazzare il dimissionario Alessandro Casarin sarà Vincenzo Morgante, il responsabile della sede Rai della Sicilia, stimato e apprezzato dall’Opus Dei, dall’ex presidente del Senato Renato Schifani e dalla procura di Palermo.
Appalti e spese della Rai nel mirino
Una nuova indagine tormenta i vertici di Viale Mazzini. Gli ispettori sono già al lavoro. Ne dà notizia il settimanale Panorama, secondo il quale sono state avviate due diverse indagini: una sul festival di Sanremo e una sulla gestione amministrativa della sede di Londra, di cui è responsabile Antonio Caprarica. Gli ispettori della Rai, scrive Panorama, si stanno occupando di due dirigenti che hanno gestito il bando della gara d’appalto da 400 mila euro per le luci e i sistemi audio del Festival condotto da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Ci sarebbero irregolarità nel capitolato, finalizzate a far vincere una determinata società. Anche gli appalti di altre edizioni della kermesse sanremese sarebbero nel mirino dell’audit. Come pure, al di là di Sanremo, gli appalti esterni dell’area montaggio della Rai. A Londra, invece, scrive ancora il settimanale, gli ispettori avrebbero riscontrato imprecisioni amministrative nella sede Rai.
RadioRai, Preziosi sotto assedio
Continua il bombardamento ai danni del direttore di Radio 1 e del Giornale radio, Antonio Preziosi, la cui gestione è finita sotto accusa da quando i dati di ascolti sono sensibilmente peggiorati. Il direttore rischia il posto (per lui c’è sempre pronta la corrispondenza da Bruxelles). Della crisi della radio se n’è parlato anche nell’incontro tra il dg, l’Usigrai e il comitato di redazione.