I gruppi di opposizione del Consiglio regionale della Lombardia depositeranno domani un atto formale con cui chiederanno l’istituzione di una commissione di inchiesta che approfondisca la gestione dell’emergenza da parte della Giunta regionale lombarda. Ad annunciato sono stati i capigruppo e rappresentanti dei diversi partiti di minoranza: Fabio Pizzul per il PD, Marco Fumagalli per il M5S, Michele Usuelli per +Europa, Niccolò Carretta per i Lombardi Civici Europeisti e Patrizia Baffi per il Gruppo Misto-Italia Viva. “Serve fare luce su alcune questioni importanti e decisive – ha detto Pizzul – nella gestione da parte di Regione Lombardia. Vogliamo capire come è stata gestita l’emergenza e se, sulla base delle competenze, le scelte della Regione siano state corrette per fronteggiare l’epidemia che ancora affrontiamo”.
“Non è un atto di accusa – aggiunge l’esponente del Pd lombardo -, perché per quello c’è già un’indagine della magistratura. Ma è un atto di chiarezza dovuto per i cittadini lombardi. Non è un tribunale fittizio o un atto di ostilità, ma servirà a fare chiarezza e capire perché in Lombardia si siano pianti più morti che in altre regioni e perché non si siano protetti adeguatamente le Rsa e altri luoghi sensibili”. Una richiesta che, ha sottolineato ancora Pizzul, guarda anche al futuro: “serve capire cosa non ha funzionato dal punto di vista istituzionale perché le eventuali mancanze e debolezze mostrate oggi non si ripetano. Ed è urgente perché molti epidemiologi ci mettono in guardia su un possibile ritorno del contagio, che sia per una non adeguata chiusura di questa fase o per il riproporsi della malattia in autunno. Dobbiamo essere pronti”.
L’atto verrà depositato domani e le opposizioni si augurano, come ha sottolineato il consigliere pentastelllato Usuelli, che anche “alcuni consiglieri di maggioranza possano sottoscriverla, magari quelli dei territori più colpiti dal contagio. Auspichiamo che la nostra proposta travalichi il colore politico” ha spiegato, evidenziando anche come “non sia stata data ai consiglieri la possibilità di un’interlocuzione formale con l’unità di crisi. Tutto viene veicolato dall’assessorato specifico. Dal punto di vista della comunicazione istituzionale tra consiglieri e Giunta, il meccanismo e’ poco pratico, poco funzionale e poco trasparente. Alla resa dei conti, deludente”. Per Fumagalli, invece, è necessario capire “se le disposizioni del governo sono state attuate correttamente, così come quelle della stessa Regione per Ats, Asst e Rsa. Dovremo cercare di capire perché si è fatto un numero ridotto di tamponi e se i dati che ci vengono forniti quotidianamente sono corretti, visto che qualcuno dice che i numeri siano molto maggiori. C’è una carenza informativa e dobbiamo capire cosa c’è dietro”.
“Come regione – sottolinea invece Carretta – siamo stati travolti da uno tsunami e sarebbe sciocco negarlo. Ci siamo trovati in un contesto eccezionale, ma è evidente che, per come sono avanzati e tuttora avanzano i contagi, non sono state tutte attuate le misure precauzionali di contenimento. Le Rsa sono un esempio, ma lo è anche la medicina territoriale: c’è stata una risposta molto forte da parte degli ospedali, ma è emersa tutta la fragilità dell’assistenza domiciliare e territoriale, che dovrebbe fare da filtro tra pazienti e ospedali. Anche questo vogliamo denunciare”.
La consigliera Baffi del Misto-Italia Viva ha invece rilevato come “la richiesta di questa commissione sia da considerarsi un atto dovuto. Non è un nostro diritto acquisito secondo regolamento, ma un dovere come consiglieri regionali eletti. Nessun tribunale dell’inquisizione, non vogliamo mettere alla forca nessuno, ma è certo che alcuni passaggi hanno evidenziato fragilità che hanno dato come riscontro l’acuirsi di alcune criticità. Noi siamo chiamati a fare chiarezza e a capire dove è stata la falla”, mantenendo comunque “uno spirito propositivo”.