Open Arms, il processo contro Matteo Salvini continua nell’aula bunker del carcere di Palermo. L’allora ministro degli Interni è imputato per aver bloccato 147 migranti sulla nave della Ong negando loro assistenza. Tra i testimoni dell’ultima udienza il fondatore di Open Arms che accusa direttamente il vice premier.
Open Arms, prosegue a Palermo il processo contro Salvini
Continua il processo Open Arms nell’aula bunker del carcere di Palermo con imputato Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere tenuto per due settimane in mare, quattro anni fa, 147 migranti soccorsi dell’imbarcazione della Ong spagnola. Nell’udienza di oggi sono stati sentiti come testimoni Oscar Camps (fondatore di Open Arms), Inas Urrosolo Martinez De Lagos (medico a bordo della Missione 65) e Ricardo Barriuso Leoz (primo ufficiale sulla nave all’epoca dei fatti).
“Tra il 14 e il 15 agosto la nave Open Arms è entrata in acque italiane. Avevo chiamato il capitano e mi aveva detto che non potevamo entrare in acque italiane perché una unità della Guardia di finanza ce lo impediva. Io ho insistito con lui che poteva entrare, spiegando che il decreto non aveva più vigenza in quel momento e che avevano bisogno di essere accolti perché c’era cattivo tempo e la situazione a bordo era difficile: eravamo davanti a Lampedusa. Non potevamo non entrare e poi arrivò il procuratore di Agrigento Patronaggio”,ha dichiarato il fondatore di Open Arms, Oscar Camps.
Il fondatore della Ong attacca il vice premier: “I migranti bloccati sono una sua responsabilità”
“Speriamo di avere giustizia. Salvini ha la sua versione, in realtà i ministri che sono stati sentiti hanno detto che quella decisione l’ha assunta lui, la responsabilità è sua”. Lo ha detto ai cronisti Oscar Camps, fondatore di Open Arms all’arrivo all’aula bunker. Camps, durante il suo intervento, ha difeso l’operato della sua nave: “In questi anni abbiamo salvato nel Mediterraneo migliaia di vite umane“.
Agli atti è stata messa anche una mail dell’ex cancelliere tedesco, Angela Merkel indirizzata a Camps che aveva consegnato una lettera all’ambasciatore tedesco in Spagna per sollecitare un intervento dell’Ue per sbloccare la vicenda della nave con a bordo 147 migranti ma che in quella fase non aveva un porto sicuro dove sbarcare. “L’ambasciatore ha fatto avere la richiesta alla signora Merkel che ci ha risposto che stava lavorando su questo argomento e che sarebbero intervenuti nella riunione del Parlamento europeo“, ha riferito Camps.