“Con un gioco di prestigio il Pd abbassa le indennità parlamentari ma allo stesso tempo alza i rimborsi. è chiaro che non permettereremo mai che una proposta del genere passi”. La capogruppo M5S in commissione Affari costituzionali, Anna Macina, stronca il ddl targato Partito democratico che punta ad adeguare il trattamento economico dei parlamentari italiani a quello degli eurodeputati.
Cosa pensa della proposta del Pd di agganciare la retribuzione dei parlamentari italiani a quella degli eurodeputati. E quale sarebbe l’effetto se venisse approvata?
“Guardi, prima di tutto voglio rassicurare lei e i lettori perché il Movimento 5 Stelle non farà mai passare una proposta del genere. Questa è l’ennesima follia di un partito che si spaccia per nuovo da quando c’è Zingaretti, ma che proprio con lui in poche settimane ha già preso posizione a favore del Tav, rifiutato un confronto sul salario minimo orario e criticato il Reddito di Cittadinanza. Adesso vogliono riempirsi ancora di più le tasche dei loro portafogli. Davvero un triste spettacolo”.
In realtà lo stipendio (indennità) dei parlamentari nazionali finirebbe addirittura per diminuire, dai circa 10mila euro lordi mensili attuali agli 8.757 sempre lordi e sempre al mese degli eurodeputati. In che modo finirebbe per salire?
“La proposta del Pd somiglia ad un gioco di prestigio: abbassano l’indennità ma alzano i rimborsi (non tassati). Le do solo qualche numero. Un parlamentare andrebbe a percepire 1.300 euro in più ogni mese solo di diaria. Poi ci sono le spese per esercizio di mandato: In Italia ogni deputato ha a disposizione tra i 3600 e i 4000 mila euro e con questi soldi ci deve pagare anche i collaboratori. Se passasse la proposta del Pd non solo ci sarebbe un aumento di almeno 500 euro al mese, ma questi soldi non potrebbero essere spesi per i collaboratori. Per loro i deputati europei hanno 24 mila euro di budget ogni mese. Ecco cosa vuole il Pd”.
Politicamente, che messaggio arriva a suo avviso dal ddl del Pd?
“A me viene da pensare ad un brutto dipinto. Anche se gli cambi la cornice rimane sempre brutto. E questo è il messaggio che arriva da questo ddl: il Pd è sempre lo stesso. Un partito che brancola nel buio e fa proposte assurde. Un partito che ancora pensa a come fare più soldi invece di aiutare il parlamento a risolvere i problemi dei cittadini che non arrivano a fine mese”.
Nella passata legislatura il M5S propose di dimezzare l’indennità parlamentare. Il taglio degli stipendi di deputati e senatori annunciato mesi fa da Di Maio andrà in questa direzione?
“Il taglio degli stipendi dei parlamentari sarà legge entro quest’anno. È una nostra battaglia storica e come è accaduto per il Reddito di Cittadinanza, Quota 100 e la legge anticorruzione sarà presto realtà”.
Sempre il Pd ha presentato anche un ddl per reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti che lo stesso Pd (Letta) aveva abolito nel 2013. Un ritorno al passato?
“Anche su questo le garantisco che finché ci saremo noi al governo un ritorno al passato è impensabile. Diciamo che le proposte di questo “nuovo Pd” sono semplicemente un ritorno alla natura stessa del Pd, un partito di palazzo che vive una realtà parallela dimenticando chi sta fuori”.
C’è chi sostiene, però, che i tagli a quelli che voi considerate privilegi sarebbero in realtà un attacco ai necessari costi della democrazia…
“Guardi, gli attuali costi della democrazia sono esorbitanti. Glielo garantisco. Quello che fa il MoVimento 5 Stelle è tenere sempre a mente che in democrazia i politici fanno sempre il bene dei cittadini. E mi permetta di dire che aver restituito a loro quasi 100 milioni di euro ci ripaga e ci da la carica per andare avanti. Noi abbiamo dimostrato che si può fare politica anche senza soldi, perché contano le idee e la volontà di metterle in atto. Il Pd se vuole essere nuovo forse dovrebbe prendere esempio da noi”.