Dopo mesi di discussione e la contrarietà delle ong, alla fine è arrivato il via libera al memorandum d’intesa tra l’Unione europea e la Tunisia che porterà al rafforzamento della guardia costiera tunisina. Stando a quanto trapela, in base all’accordo verranno fornite “17 imbarcazioni riequipaggiate e otto nuove” da utilizzare per il controllo dei mari.
A riferirlo alcune fonti comunitarie che segnalano, però, che nell’intesa non è prevista una zona di salvataggio e assistenza (Sar) di competenza di Tunisi. Fatto, questo, che ha immediatamente contrariato le ong che si occupano del salvataggio di migranti nel mediterraneo.
Ira delle Ong
“In un contesto antidemocratico, caratterizzato dall’assenza di dibattito e dalla censura dell’informazione, la Tunisia ha firmato un memorandum d’intesa dal titolo ‘Sottomissione al ricatto europeo”. È quanto scrive su Facebook Romdhane Ben Amor, portavoce del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes), Ong nota per le sue posizioni contrarie all’approccio dell’Ue in materia migratoria, commentando la firma di ieri a Tunisi del Memorandum d’intesa sul partenariato strategico e globale tra Tunisia e Unione europea.
“Questo memorandum permetterà alla Tunisia di svolgere il ruolo di custode e carceriere, di diventare una fortezza per contenere coloro che non sono graditi secondo le politiche migratorie europee (pattumiera delle politiche migratorie europee) e di servire solo gli interessi economici europei, consacrando l’assenza del principio di uguaglianza nel diritto alla mobilità”.
L’intesa, per Ben Amor, “facilita la tratta di di esseri umani, confisca loro il diritto alla mobilità e li costringe a tornare in cambio di briciole (riduzione dell’immigrazione in cambio di soldi, come ha detto il portavoce del premier olandese). Le principali disposizioni del memorandum d’intesa riprendono gli elementi relativi alla migrazione inclusi nell’Aleca (Accordo libero scambio completo e approfondito tra Ue e Tunisia le cui trattative sono ancora in corso, ndr), che è stato respinto dalle forze della società civile e dai giovani”.