L’ultimo sbarco di una Ong è avvenuto pochi giorni fa a Salerno. La Geo Barents, nave di Medici senza frontiere già protagonista delle polemiche che scoppiarono settimane fa a Catania, è attraccata nella città campana a inizio di questa settimana con a bordo 248 migranti soccorsi in mare tra il 4 e il 6 dicembre.
A bordo della nave c’erano anche 84 minori, di cui 78 non accompagnati. Non una voce si è alzata dal governo guidato da Giorgia Meloni, non una parola dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Non si è parlato di “carico residuale” o “sbarco selettivo”. Non sono stati fatti scendere, come accaduto a Catania, prima i “vulnerabili” e poi, dopo che ci si è accorti che non c’è separazione e distinguo che valgano in queste circostanze, tutti gli altri migranti.
Nessun commento a riprova del fatto che le polemiche che scoppiarono allora con le imbarcazioni approdate a Catania (Sos Humanity e, appunto, Medici senza frontiere) e con la Ocean Viking (Soso Mediterranee), costretta invece come si ricorderà a virare verso la Francia, erano strumentali. Pura propaganda di un esecutivo di destra. Nulla più.
I dati ufficiali
Sono i numeri d’altronde a dirlo chiaramente. Nonostante il governo non dica una parola e colga l’occasione per attaccare senza che ci sia una valida ragione le Ong che fanno soccorso in mare, gli sbarchi continuano. A dicembre – e, paradosso dei paradossi, sono dati ufficiali forniti proprio dal Viminale – sono sbarcati sul nostro territorio 4.311 migranti. Molti di più rispetto ai circa 700 che sbarcarono a Catania al tempo delle polemiche.
Qualcuno ha detto qualcosa? Ovviamente no. Eppure di giorni “importanti” sul tema degli sbarchi ci sono stati. Qualche esempio? Soltanto il 5 dicembre sono sbarcati 892 persone. E il giorno dopo altre 874. E così via, nei giorni successivi. Il punto vero, allora, è che si porta avanti una battaglia insensata contro le Ong nonostante la maggior parte dei migranti arrivi in altra maniera. A conti fatti i “taxi del mare” hanno ben pochi “clienti”, appena il 10% del totale.
E gli altri? Nell’ultimo periodo poco più del 50% sono arrivati autonomamente, poco meno del 50% sono stati soccorsi da Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Frontex, navi mercantili. Ma non è una novità di queste settimane o degli ultimi mesi, un effetto delle politiche del nuovo governo. A Ferragosto, il ministero, allora guidato dal ministro Luciana Lamorgese, in occasione della presentazione dell’attività annuale, aveva fornito anche i dati sugli sbarchi: persone sbarcate autonomamente 53%, persone soccorse 47%, di queste ultime appena il 16% da navi umanitarie. Ora, come detto, il dato delle Ong è ulteriormente calato. Ma i loro soccorsi vengono ostacolati.
Non gli altri. Un esempio? Solo due giorni fa, sebbene nessuno ne abbia parlato, 56 persone, fra cui 16 donne e due minori, sono giunti a Lampedusa (Agrigento). Ad intercettare e soccorrere il barcone di 9 metri è stata la Cp319 della Guardia costiera. Il gruppo, originario di Costa d’Avorio, Mali, Guinea e Libera, è stato trasbordato e l’imbarcazione – partita da Sfax in Tunisia – è stata lasciata alla deriva. Si trattava in quel caso del terzo sbarco nel giro di poche ore, a Lampedusa. Già, perché i primi sono arrivati a bordo di piccole imbarazioni, barchine di fortuna. Resta il dato complessivo: 137 persone sbarcate sull’isola soltanto ieri e nel giro di poche ore. Nessuno ne ha parlato. Né sui media, nè dal governo. Nessuna parola. Non erano Ong d’altronde.