Omicron 5 allenta la presa sull’Italia. Scendono Rt e incidenza settimanale dei casi Covid rispetto alla scorsa settimana. È quanto emerge dai dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia, diffusi dall’Iss. “Scende l’incidenza settimanale a livello nazionale: 977 ogni 100.000 abitanti (15/07/2022 -21/07/2022) vs 1158 ogni 100.000 abitanti (08/07/2022 -14/07/2022) – si legge nel report diffuso questa mattina – nel periodo 29 giugno – 12 luglio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,23 (range 1,16-1,33), in diminuzione rispetto alla settimana precedente, ma oltre la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è anch’esso in diminuzione e a cavallo della soglia epidemica: Rt=1 (0,98-1,02) al 12/07/2022 vs Rt=1,15 (1,12-1,17) al 05/07/2022”.
Omicron 5 allenta la presa, scendono rt e incidenza settimanale
Il tasso di occupazione in terapia intensiva “sale al 4,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 21 luglio) vs il 3,9% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 14 luglio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 17,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 21 luglio) vs 15,8% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 14 luglio).
Tre Regioni/PA sono classificate a rischio basso. Quattordici Regioni/PPAA sono classificate a rischio moderato ai sensi del DM del 30 aprile 2020 (cinque di queste ad alta probabilità di progressione), mentre 3 Regioni/PPAA sono classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza e una per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’ISS”.
“Dodici Regioni/PPAA – prosegue il report – riportano almeno una allerta di resilienza. Quattro Regioni/PPAA riportano molteplici allerte di resilienza. La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile rispetto alla settimana precedente (11%). In lieve aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (40,5% vs 39%), e in lieve diminuzione la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (48% vs 50%)”.