Omicidio Vassallo: svolta nelle indagini a 12 anni dal delitto del sindaco di Pollica. La Procura di Salerno sta effettuando verifiche e perquisizioni nei confronti di nove indagati.
Omicidio Vassallo, nove indagati per la morte del sindaco di Pollica
Sono trascorsi dodici anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica Acciaroli, brutalmente ucciso il 5 settembre 2010. A distanza di oltre un decennio, le indagini della Procura di Salerno sembrano essere pronte a una svolta. Nella mattinata di giovedì 28 luglio, infatti, i carabinieri del Ros hanno avviato perquisizioni nei confronti di nove persone. Le perquisizioni sono partite su delega dei magistrati, guidato dal procuratore Giuseppe Borrelli.
Tra i soggetti verso i quali sono state disposte le perquisizioni c’è anche il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi. Sinora, Cioffi era stato l’unico indagato per il delitto. L’ex carabiniere è stato recentemente condannato in primo grado per i rapporti che intratteneva con un gruppo di trafficanti di droga del Parco Verde di Caivano.
Svolta nelle indagini a 12 anni dal delitto
In merito alle indagini sull’uccisione del sindaco Angelo Vassallo, la Procura sostiene la tesi secondo la quale il primo cittadino di Pollica sia stato ucciso poiché determinato a denunciare un traffico di droga. Il traffico era stato scoperto dallo stesso Vassallo e aveva come terminale il porto di Acciaroli.
Intanto, si continua a indagare anche sulle modalità di svolgimento del delitto e le finalità di svariate attività investigative portate avanti senza delega durante le prime fasi dell’indagine sul caso di omicidio. Secondo la Procura di Salerno, simili attività investigative hanno avuto come obiettivo quello di depistare le indagini e reindirizzarle verso persone estranee ai fatti. In questo contesto, si inserisce l’acquisizione dei video dei circuiti di sorveglianza del porto di Acciaroli a poche ore dal delitto da parte del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo. Sull’acquisizione, Cagnazzo ha sempre affermato rivendicando l’esigenza di salvaguardare le immagini. Allo stato attuale, tuttavia, le azioni del colonnello dei carabinieri vengono considerate come una prova che dimostra il suo coinvolgimento nel reato. Il militare era già stato indagato per concorso in omicidio alcuni anni fa ma l’accusa era poi stata archiviata su richiesta della Procura di Salerno.