“È triste che ancora oggi si celebri in tutto il mondo una giornata dedicata alla violenza contro le donne, anche se sono convinto che sia necessaria per richiamare l’attenzione su di un tema che rappresenta uno degli indici più importanti della civiltà di una società”. Parola del prefetto Vittorio Rizzi, capo della Direzione centrale anticrimine (Dac), sulla ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2021.
Un tema, però, sempre d’attualità perché si parla purtroppo quasi quotidianamente di femminicidi: quali sono i dati relativi agli omicidi avvenuti in ambito familiare e per mano dei partner o degli ex partner delle vittime?
“Comunemente si parla di femminicidi anche se non esiste nel nostro ordinamento un crimine autonomo per l’uccisione di una donna. Nei primi 10 mesi del 2021 (1° gennaio – 31 ottobre) sono stati registrati complessivamente 246 omicidi. Nell’ambito di questi, 102 vittime erano donne, 86 delle quali sono state uccise in ambito familiare/affettivo: tra queste, 59 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, si registra complessivamente un omicidio in più perché nel 2020 erano 245: purtroppo sono aumentate le vittime di genere femminile, con 6 donne uccise in più (erano state 95 nei primi dieci mesi del 2020 a fronte delle 102 di quest’anno)”.
E che altro?
“C’è una leggera crescita anche degli omicidi commessi in ambito familiare/affettivo: nei primi dieci mesi del 2020 le vittime di genere femminile erano state 82, a fronte delle 86 di quest’anno: di queste erano 56 quelle uccise da partner o ex partner, rispetto alle 59 del 2021. Il femminicidio rappresenta purtroppo spesso il punto terminale di un’escalation di violenza che parte da atti persecutori, violenze psicologiche, economiche, fisiche che approdano fino all’orrore dell’uccisione della donna, considerata un oggetto di proprietà che non può avere un’indipendenza di pensiero e di vita”.
Qual è stato l’andamento dei reati commessi verso le donne?
“Noi parliamo tecnicamente di reati spia: si tratta di indicatori di una violenza di genere, perché sono espressione di violenza fisica, sessuale o psicologica, diretta contro una donna in quanto tale. L’analisi si concentra sugli atti persecutori, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali. Nel 2021 si sono rilevati 13.990 reati di stalking, con un lieve decremento dell’1% rispetto all’anno scorso (erano 14.142)”.
E da questi dati cosa si deduce?
“Esaminando i dati di un periodo più lungo, quasi un biennio dal 1° gennaio 2019 al 31 ottobre 2021, continuano a risultare predominanti le vittime di sesso femminile, per le quali si registra un’incidenza del 74%. La quasi totalità delle donne vittime di atti persecutori sono maggiorenni, 9 su 10 sono di nazionalità italiana. Nel periodo gennaio-ottobre 2021 si rileva il lieve decremento dell’1%, dei reati, che sono stati 18.372 a fronte dei 18.487 dello stesso periodo nel 2020. Aumenta di un punto percentuale la già elevata incidenza delle vittime di sesso femminile, il cui dato si attesta sull’82%. Un andamento in lieve crescita si registra, invece, per la violenza sessuale che si sostanzia in diverse ipotesi di reato, i cui dati complessivi passano dai 3.936 episodi dei primi dieci mesi del 2020 ai 3.995 dell’analogo periodo del 2021. In questo caso più di 9 vittime su 10 sono donne”.
Cosa ci può dire sul Codice rosso?
“Si tratta della legge n. 69 del 19 luglio 2019 che, entrata in vigore il 9 agosto successivo, ha introdotto importanti innovazioni, non solo al codice penale, ma anche al codice di procedura penale e ad altre disposizioni collegate. Ha rafforzato il sistema di tutela preventiva delle vittime, accelerando l’avvio dei procedimenti giudiziari, e ha introdotto nuovi reati, nuove aggravanti, con l’inasprimento delle pene già esistenti. Ma il reato che ha fatto registrare il più elevato numero di episodi è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, che punisce con la reclusione gli autori che – proprio per l’esistenza di tali divieti – hanno già commesso violenze nei confronti delle vittime. Al riguardo confrontando i primi 10 mesi dell’anno, si evidenzia che nel 2021 tale violazione ha fatto registrare un incremento del 10% rispetto al 2020”.