Mentre procedono le indagini della Procura di Milano basata sulla video inchiesta di Fanpage incentrata su FdI, con l’eurodeputato Carlo Fidanza e il “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini indagati per riciclaggio e finanziamento in nero ai partiti (leggi l’articolo), si aggiunge un altro tassello: i pm hanno disposto ieri anche l’acquisizione dell’intero girato con cui è stata realizzata la seconda puntata sulla lobby nera dedicata alle infiltrazioni dell’ultra destra in alcuni ambienti di Via Bellerio.
In particolare, nel servizio ripreso con le telecamere nascoste dal giornalista Salvatore Garzillo, che si è finto un imprenditore pronto a finanziare figure politiche di destra e mandato in onda anche da Corrado Formigli nella puntata di giovedì scorso di PiazzaPulita su La7, si fa riferimento a come il barone nero e il gruppo neonazista Lealtà e Azione avrebbero cercato di estendere la propria influenza all’interno della Lega tramite una rete che ruoterebbe intorno all’ex deputato europeo Mario Borghezio, al consigliere regionale della Lombardia Massimiliano Bastoni, alla neo consigliera comunale (ed eletta anche a Bruxelles) Silvia Sardone e all’europarlamentare in carica Angelo Ciocca (nella foto con Lavarini).
Quest’ultimo ha chiamato la redazione della trasmissione immediatamente dopo la messa in onda, per annunciare querela verso Jonghi Lavarini “nel caso in cui abbia commesso illeciti a mio nome” e ha confermato ieri che depositerà la querela stamattina. Querela in arrivo anche per Formigli da parte del consigliere leghista Bastoni, per avergli attribuito “frasi mai pronunciate con il solo obiettivo di falsificare la realtà e istigare gli haters da tastiera” mentre minimizza il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, fedelissimo di Matteo Salvini, che non attribuisce alcuna rilevanza alle inchieste di Fanpage e in merito alle parole pronunciate da Borghezio (“Siamo la Terza Lega, la Terza Posizione, quella militante”, con un’espressione che sembrerebbe evocare il movimento eversivo di estrema destra di fine anni ‘70) chiarisce: “Se certe persone hanno in mente le terze leghe allora sbagliano perché di Lega ce ne è una sola, quella di Salvini”.
Ma a puntare il dito e a chiedere che il segretario federale cacci dal partito chi flirta coi neo fascisti sono ora in tanti. A partire dal M5S. “La seconda puntata dell’inchiesta di Fanpage mostra che non solo il partito della Meloni ma anche la Lega di Salvini intrattiene legami politici e finanziari di dubbia liceità con personaggi e gruppi neofascisti e neonazisti”, attaccano i Cinque Stelle. “La magistratura faccia luce anche su questi fatti e personaggi da cui Salvini deve prendere le distanze con una netta condanna e chiedendo le immediate dimissioni dei suoi”.
Durissima Laura Boldrini, ex presidente della Camera e deputata del Pd: “In un Paese normale, dopo l’inchiesta di Fanpage, ci sarebbe stato un terremoto politico: Salvini e Meloni si sarebbero fatti da parte”. Intanto Giorgia Meloni scrive ai militanti di FdI per ribadire come “nel nostro quadro di valori, progetti, stili di vita, comportamenti pubblici e privati non c’è spazio per razzismo, odio, nostalgie storiche e tentazioni totalitarie” e ricorda a tutti il documento interno dello scorso primo luglio in cui era indicata con chiarezza la linea del partito, relativamente ai comportamenti da tenere. Ma su Fidanza, che si è autosospeso da capo delegazione del partito al Parlamento europeo, la leader di FdI non ha ancora preso ufficialmente la decisione più drastica, in attesa che sia esaudita la sua richiesta di visualizzare l’intero girato di 100 ore.