Oltre a spaccare l’Italia la riforma dell’Autonomia differenziata continua a spaccare la maggioranza. Come riporta Repubblica l’ultimo scontro tra alleati, leggi Lega e Forza Italia, si è consumato nel corso del Consiglio dei ministri, in occasione della relazione del ministro del Carroccio, Roberto Calderoli.
Il vicepremier azzurro e ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha sollevato la questione della trattativa sulle materie non Lep (Livelli essenziali delle prestazioni), per le quali, in base alla legge, è già possibile avanzare richieste di maggiore Autonomia da parte delle Regioni.
Tajani rilancia la questione delle materie non Lep sull’Autonomia differenziata
Tajani ha fatto sue le preoccupazioni del presidente azzurro della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che il giorno prima ha chiesto al governo per il momento di evitare intese con le Regioni, anche su materie non Lep.
Due settimane fa, infatti, a pochi giorni dall’entrata in vigore della legge 86 sull’Autonomia differenziata l’esecutivo, nella persona di Calderoli, ha fatto sapere di apprestarsi ad aprire le discussioni con le regioni che hanno fatto richiesta di poter trattare sulle nove materie che hanno già un fabbisogno di costo e che quindi non necessitano dei Lep.
Calderoli, in Consiglio dei ministri, ha fatto sapere che sono state già tramesse al Governo le richieste delle Regioni Veneto, Piemonte, Liguria e Lombardia.
Ecco le materie non Lep su cui le Regioni possono già negoziare
Le materie non Lep sono le seguenti: organizzazione della giustizia di pace; rapporti internazionali e con l’Ue delle Regioni; commercio con l’estero; professioni; protezione civile; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale e enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
Ed è proprio sul commercio estero che ha puntato i piedi Forza Italia, dal momento che le competenze di questa materia ricadono nell’ambito della Farnesina, vale a dire di Tajani.
“Bisogna vigilare affinché l’Autonomia differenziata venga ben applicata. Anche oggi se ne parlerà in Consiglio dei ministri, io ribadirò che, per quanto riguarda il commercio estero, c’è una competenza unitaria nazionale: non si può pensare che le Regioni sostituiscano lo Stato”.
“Serve – ha insistito- una politica nazionale, l’export costituisce il 40% del Pil. Non possiamo scherzare su questo argomento. Bisogna essere chiari, anche sulle competenze, che non voglio siano sottratte al ministero degli Esteri”, ha affermato Tajani parlando con i giornalisti alla Camera, prima della riunione di Palazzo Chigi.
“Noi abbiamo preso un impegno e lo manteniamo. Però bisogna verificare l’applicazione dell’Autonomia differenziata. Perché ogni riforma deve essere applicata bene nell’interesse generale di tutti i cittadini italiani. Come partito, abbiamo dato vita a un osservatorio”.
E ancora. “Noi daremo il nostro contributo costruttivo, l’abbiamo approvata con delle osservazioni e limiti e continueremo a vigilare – ha aggiunto il vicepremier – l’Autonomia non è un dogma di fede. Noi vigiliamo affinché venga ben applicata. Non vuol dire mettersi di traverso, ma fare le cose bene”. Che poi ci siano preoccupazioni in alcune regioni del Sud “lo comprendo”, ha concluso il ministro.
“Forza Italia deve scegliere: o si schiera con Calderoli e la sparuta pattuglia Spacca-Italia o sceglie apertamente di stare con milioni di cittadini del Nord, del Centro e del Sud che pretendono uno Stato unitario e servizi pubblici omogenei su tutto il territorio nazionale”, afferma il deputato M5S Alfonso Colucci.