“Siamo preoccupati per il deterioramento della situazione dei diritti umani in Libia, compreso l’impatto del conflitto in corso sui civili, gli attacchi contro i difensori dei diritti umani e i giornalisti, per il trattamento di migranti e rifugiati, le condizioni di detenzione e l’impunità”. E’ quanto si legge in un comunicato firmato dal portavoce dell’Ufficio dell’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti Umani (Ohchr), Rupert Colville. Colville, esprimendo preoccupazione per l’impatto del confitto sulle zone residenziali, tra le quali, in particolare, quelle di Abu Salim e Al-Hadhba, dove circa 100mila civili rischiano di essere sfollati e più di 340mila hanno già dovuto abbandonare le loro case. “L’Ohchr è preoccupato per la persistenza dell’impunità in Libia, come l’assoluzione degli imputati nel processo relativo al ‘Massacro di Abu Salim”’, ha detto Colville, ribandendo la richiesta di un meccanismo atto a indagare sui crimini commessi in Libia. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio dell’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti Umani, nel 2019 almeno 284 civili sono morti in Libia e altri 363 sono rimasti feriti a seguito del conflitto armato, con un aumento di oltre un quarto del numero di vittime registrato nello stesso periodo dell’anno scorso.
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