Olimpiadi di Parigi, l’altra faccia della medaglia: un anno di “pulizia sociale” per imbellettare i Giochi

L'altra faccia dei Giochi Olimpici: la pulizia sociale del governo francese e l'impatto sulle fasce vulnerabili di Parigi 2024

Olimpiadi di Parigi, l’altra faccia della medaglia: un anno di “pulizia sociale” per imbellettare i Giochi

Durante l’agitato dibattito sulla cerimonia di inaugurazione il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito lo “spirito inclusivo” della Francia e delle Olimpiadi. Un rapporto shock, intitolato “1 Year of Social Cleansing – Le Revers de la Medaille”, compilato da diverse associazioni, racconta l’altra faccia della medaglia: la cosiddetta “pulizia sociale” avvenuta nella regione dell’Île-de-France per ripulire Parigi prima della festa. 

Macron e lo “spirito inclusivo” delle Olimpiadi: la realtà nascosta

Il documento, che analizza il periodo da aprile 2023 a maggio 2024, dipinge un quadro preoccupante di come l’avvicinarsi dei Giochi abbia accelerato processi di marginalizzazione e invisibilizzazione delle fasce più vulnerabili della popolazione. Partiamo dai numeri, freddi ma eloquenti. La notte tra il 25 e il 26 gennaio 2024, durante la 7ª Notte della Solidarietà, sono state contate 3.462 persone senza fissa dimora a Parigi, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente. Un dato che, come ha sottolineato il rapporto, è probabilmente sottostimato.

Sgomberi e marginalizzazione: l’altra faccia della medaglia

L’avvicinarsi della competizione olimpica ha preteso la soluzione più semplice: gli sgomberi. L’Osservatorio degli sgomberi dei luoghi di vita informali ha registrato, tra il 2023 e il 2024, ben 138 sgomberi nella sola Île-de-France. Parliamo di 64 baraccopoli, 34 accampamenti di tende, 33 squat e 7 insediamenti di viaggiatori. In totale, 12.545 persone sono state colpite da questi interventi, con un aumento del 38,5% rispetto al periodo precedente.

A rendere già allarmanti i numeri sono soprattutto le modalità. Solo il 27,5% è stato preceduto da diagnosi sociali e appena il 35,3% è stato accompagnato da offerte di alloggio, perlopiù temporanee. Il rapporto denuncia numerosi casi di violenza fisica e verbale durante gli sgomberi, con un aumento dell’uso di ordinanze di evacuazione da parte delle autorità, spesso senza adeguata giustificazione legale. 

Non si è trattato di interventi casuali. Molti sgomberi hanno preso di mira specifici gruppi etnici, come Rom e migranti. Da febbraio 2024, si è registrato un notevole aumento delle ordinanze prefettizie in tal senso. Il sistema di accoglienza francese, già inadeguato, ha mostrato tutte le sue falle di fronte alla pressione internazionale. L’Île-de-France disponeva di quasi 96.650 posti di alloggio generale ma la metà di questi erano in hotel. Un numero insufficiente, con la maggior parte dei servizi saturi. I servizi di alloggio d’emergenza come il 115 hanno registrato un alto numero di richieste inevase.

La situazione è stata particolarmente critica per le categorie più vulnerabili. Donne incinte, famiglie con bambini e persone con gravi problemi di salute spesso non sono riuscite ad accedere a un alloggio stabile. Nella zona di Seine-Saint-Denis, per esempio, single e famiglie con bambini si sono ritrovati spesso senza un tetto.

Di fronte a questa emergenza la risposta del governo di Marcon sembra essere stata quella di “disperdere” il problema. È stato implementato un nuovo tipo di schema di alloggio in dieci regioni per ospitare (temporaneamente) esuli e senzatetto provenienti dall’Île-de-France, spesso senza considerare le loro esigenze sociali. Una politica di dispersione che mirava a decongestionare le strutture di accoglienza nella regione parigina e a esaminare sistematicamente la situazione amministrativa degli individui tralasciando le esigenze specifiche come richiederebbe la legge. 

In tutto questo, i Giochi Olimpici hanno agito come un catalizzatore. I preparativi per l’evento hanno portato a un aumento delle operazioni di polizia contro senzatetto, migranti, Rom, sex worker e tossicodipendenti. Il rapporto cita testimonianze dirette che hanno evidenziato il legame tra gli sgomberi e i Giochi. Il 26 aprile 2023, 500 residenti dello squat Unibéton sono stati sgomberati. Si trattava del più grande squat della regione Île-de-France, situato sull’Île-Saint-Denis, vicino al futuro Villaggio Olimpico degli Atleti. Un evento che ha segnato l’inizio di un anno caratterizzato da sgomberi ripetuti dalle aree di vita informali.

Le Olimpiadi come catalizzatore di esclusione sociale

Le conclusioni del rapporto sono amare: i Giochi Olimpici di Parigi 2024 non sono diversi dalle edizioni precedenti in termini di impatto sulle popolazioni vulnerabili. Anzi, hanno esacerbato l’esclusione sociale per i più deboli. Di fronte a questo scenario, il collettivo “Le revers de la médaille” ha lanciato un appello: servono misure concrete per garantire un’eredità sociale positiva dai Giochi. Tra queste, la creazione di 20.000 posti di alloggio a livello nazionale e l’istituzione di un primo centro di accoglienza umanitaria per gli esuli a Parigi.

Così mentre il mondo celebra lo spirito olimpico c’è chi ha pagato il prezzo più alto per questi Giochi: gli invisibili diventati esclusi. La vera sfida per Parigi 2024 non è solo sul campo di gara, ma nelle strade e nei quartieri della città, dove si è giocata la partita più importante: quella per la dignità umana. E per quella non basta una pomposa cerimonia che celebri i diritti. I diritti si praticano.