Oligarchi russi: il termine è spesso stato citato dall’inizio della guerra in Ucraina e molti sono stati colpiti dalle sanzioni internazionali con cui l’Occidente si è abbattuto su Mosca. Chi sono e perché sono stati travolti dalle sanzioni?
Oligarchi russi, chi sono?
Con l’espressione “oligarchi russi” si intende un gruppo di magnati economici delle ex repubbliche sovietiche che hanno accumulato ingenti ricchezze durante il periodo della privatizzazione russa che ha seguito lo scioglimento dell’Unione Sovietica negli anni ’90 del secolo scorso. Il crollo dell’Urss e il fallimento del regime sovietico rese molto incerta la proprietà di innumerevoli beni statali e permise agli oligarchi di entrare in possesso di proprietà, spesso in modo non propriamente chiari.
Tra gli “oligarchi russi moderni”, figurano personalità di spicco del mondo sovietico e particolarmente famose come, ad esempio, l’ex presidente russo Gorbachev. Proprio grazie alle riforme dell’ex presidente, infatti, gli oligarchi hanno avuto la possibilità di incrementare e preservare le loro ricchezze.
I nomi più famosi dell’era di Vladimir Putin
Al momento, nell’era dominata da Vladimir Putin, tra gli oligarchi russi più noti possono essere citati Roman Abramovich, Alexander Abramov, Oleg Deripaska, Mikhail Prokhorov, Alisher Usmanov, German Khan, Viktor Vekselberg, Leonid Mikhelson, Vagit Alekperov, Mikhail Fridman, Vladimir Potanin, Pyotr Aven e Vitaly Malkin.
A proposito degli oligarchi, tra il 2000 e il 2004, il capo del Cremlino ha stretto con questa specifica categoria alcuni accordi che consentì loro di preservare il potere conquistato in cambio del loro esplicito e incondizionato sostegno al Governo Putin. In questo modo, venne a crearsi una classe di “nuovi oligarchi russi” tra i quali è incluso anche Arkady Rotenberg, amico di infanzia e insegnante di judo del presidente Putin.
Spesso, gli oligarchi russi sono accusati in contesto internazionale di essere complici di traffici illegali, di evasione fiscale e di corruzione politica.
Nonostante gli oligarchi russi abbiano giurato cieca fiducia al presidente Putin, non tutti sono favorevoli alla guerrascatenata dal leader del Cremlino in Ucraina.
In considerazione delle sanzioni economiche finora emanate, infatti, si stima che gli oligarchi russi abbiano già perso oltre 128 miliardi di dollari. I più colpiti, al momento, personaggi come il finanziere Gennady Timchenko o Yuri Kovalchuk, noto come il banchiere personale di Putin, Roman Abramovich o, ancora, i detentori di Gazprom.
Alcuni di essi, quindi, stanno cominciando ad avanzare i propri dubbi rispetto all’invasione russa dell’Ucraina.
Oligarchi russi contro la guerra e contro Putin
In questo contesto, uno dei primi oligarchi russi a schierarsi contro il conflitto armato voluto da Putin è stato Mikahil Fridman. L’oligarca possiede un patrimonio personale pari a circa 15,5 miliardi di dollari e ha fondato la più grande banca privata russa Alfa Banck. Fridman ha inviato una lettera allo staff impiegato presso la sede di Londra della sua società di private equity LetterOne in chi ha affermati di essere “convinto che la guerra non potrà mai essere la risposta”.
Tra gli altri oligarchi contrari alla guerra, ci sono anche Alexey Kuzmichev, il socio in affari di Fridman; Oleg Deripaska, che ha costruito la sua fortuna economica potenziando l’esportazione di materie prime russe nel mondo; Alexei Mordashov, che ha descritto il conflitto come una “tragedia di due popoli fratelli”; Oleg Tinkov, fondatore della Tinkoff Bank; Dmitry e Igor Bukhaman, i due fratelli proprietari dello sviluppatore di videogiochi Playrix; e Igor Rybakov, specializzato nel settore della produzione di coperture e isolamento Technonicol.