“Abbiamo oggettivamente un incremento di circa 400 detenuti in più ogni mese nelle carceri italiane. Ad oggi abbiamo 60.814 detenuti. Di questi, 43mila sono comuni e gli altri si dividono in alta sicurezza e 41 bis. Ma siamo ancora lontani dalla soglia che fece scattare la cosiddetta sentenza Torreggiani che condanno e ordinò all’Italia di rimuovere le condizioni che costringevano i detenuti in quelle condizioni di sovraffollamento”. È quanto ha detto, in audizione in commissione Giustizia, il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo.
Ad oggi sono 60.814 i detenuti nelle carcere italiane. Il loro numero cresce di circa 400 unità al mese
“Nel 2024 c’è una tendenza al rialzo dei casi di suicidi in carcere che per noi è inspiegabile rispetto ai dati di cui disponiamo” ha aggiunto il Capo del Dap. “Non esistono – ha detto ancora Russo – studi scientifici che esaminano i singoli eventi suicidari”.
Russo ha ricordato di aver creato nel marzo del 2023 un gruppo di lavoro interdisciplinare cui è stato affidato il mandato di tutti gli eventi che sino verificati nel 2022. I risultati di questo lavoro non sono ancora noti ma il capo del Dap ha fornito alcuni dati. Emerge, ad esempio, che la stragrande maggioranza dei suicidi avviene nelle case circondariali (dove ci sono detenuti con condanna non definitiva o con condanna inferiore a 5 anni). In questi istitui – ha spiegato Russo – è spesso “carente il rapporto umano”.
Entro il 2025 attesi oltre 4mila posti detentivi in più
Oltre 4mila posti detentivi in più sono attesi entro il 2025, ha annunciato il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria durante l’audizione in Commissione Giustizia. “Uno dei filoni che abbiamo individuato come possibile rimedio al problema del sovraffollamento delle carceri – ha detto Russo – è l’ampliamento del numero della camere detentive. A fronte delle varie proposte che c’erano per l’impiego di 166 milioni che aveva messo a disposizione il Ministero Infrastrutture e Trasporti e a fronte di numerose pressioni e richieste per la costruzione di nuovi padiglioni ed edifici penitenziari, ho preferito mettere mano a 25 cantieri già previsti nel precedente piano carceri. Dunque chiudere tutti i cantieri in corso non ancora avviati ma per i quali esisteva già una progettazione. Sulla base di questa decisione avremo circa 2.350 posti detentivi in più entro il 2025. Con il Pnrr ci saranno altri 640 posti detentivi e con i fondi del ministero della Giustizia chiuderemo altre 950 posizioni detentive”.
Possibile accordo affinché i detenuti albanesi in Italia possano scontare la pena nel proprio Paese
Un accordo con l’Albania affinché i detenuti albanesi in Italia possano scontare la pena nel proprio Paese in cambio di una formazione professionale. È l’ipotesi a cui si sta lavorando, secondo quanto riferisce il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo. “Al costo di 34 euro al giorno per ogni detenuto albanese recluso nelle proprie carceri – ha spiegato il capo del Dap -, il Regno Unito ha stipulato un accordo con l’Albania affinché sconti la pena nel suo Paese. A noi – ha spiegato Russo – è venuto in mente di replicare lo stesso accordo con qualche modifica: non inviare soldi all’Albania ma fornire servizi di tipo penitenziario”.