Qualcuno dice che sia semplicemente “vox”, uno spiffero che circola ma che non ha nessun riscontro, qualcun altro, un esperto senatore del Pd, dice che sia soltanto “una fake news”. Ieri nei corridoi del Parlamento ha circolato insistentemente la voce che il Movimento 5 Stelle e la maggioranza fossero in trattativa per la vicepresidenza della Commissione Antimafia.
Meloni blinda la fedelissima Colosimo alla presidenza della Commissione Antimafia. Voci e smentite di trattative con i 5S per la vice presidenza
Chi è riuscito a parlare con Roberto Scarpinato (senatore M5S che qualcuno indica come possibile vice) assicura che non ci sia nessun margine di trattativa. Scarpinato tra l’altro è anche membro del Copasir e difficilmente potrebbe occupare due posizioni così delicate. Che la voce sia stata ripesa da Il Riformista diretto da Matteo Renzi aggiunge il sospetto che si possa trattare di un’illazione. “Ma allora perché non smentire?”, si domanda qualcuno nel Pd. “Che Giuseppe Conte abbia trattato con il governo, com’è accaduto sulla Rai, è un’evidenza. Speriamo che si tratti davvero solo di retroscena”, dicono i dem.
I giochi sulla presidenza intanto sono fatti: Giorgia Meloni non ha arretrato di un millimetro sulla scelta della fedelissima Chiara Colosimo (nella foto) come presidente. A nulla sono valse le lettere dei familiari di vittime di mafia che chiedevano un passo indietro per la deputata di Fratelli d’Italia per la presunta amicizia tra Colosimo e l’ex Nar Luigi Ciavardini. Tenere il punto su Colosimo a Giorgia Meloni serva anche per sopire i veleni interni, con l’ala rampelliana del suo partito che starebbe usando la presidenza della Commissione Antimafia per un regolamento di conti interno. Sempre a proposito di senso di responsabilità verso l’importanza della Commissione.
Le riunioni nella minoranza si moltiplicano. Anche in questo caso non c’è dialogo e coordinamento tra i partiti all’opposizione. Non si sa quindi se la vicepresidenza possa essere ceduta a un partito di opposizione o se si decida alla fine di puntare su Mauro D’Attis, di Forza Italia. La Commissione Antimafia in questa legislatura è un rischio per tutti. Nella maggioranza sono consapevoli che l’argomento che scotta, come accade da trent’anni in Italia, è quel pezzo di Forza Italia (Silvio Berlusconi in primis) che risulta ancora sotto indagine a Firenze per l’epoca stragista.
Non basterà una poderosa campagna stampa intenta tutti i giorni a ripulire Marcello Dell’Utri e a dileggiare le evidenze riscontrare nel processo sulla trattativa che molti fanno finta di non vedere al di là dell’esito giudiziario. Per la minoranza il rischio è quello di legittimare una Commissione illegittimabile per un misero posto al sole che di fatto imbriglierebbe nella polemica politica.
Oggi alle 13, nel giorno simbolico del 31esimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, Colosimo dovrebbe essere eletta presidente. Gli alleati non si opporranno Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra ripetono che non voteranno Colosimo e chiederanno fino all’ultimo al Governo di trovare un altro nome (che non c’è). Italia Viva e Azione invece sarebbero intenzionate a votare l’esponente di Fratelli d’Italia.
Nel giorno della morte di Giovanni Falcone ci prepariamo alla Commissione antimafia che ha tutti i difetti, tutti i nodi politici, tutto l’interesse per essere la peggiore Commissione antimafia mai vista. “L’antimafia potrebbe saltare un giro” diceva su queste pagine qualche giorno fa Attilio Bolzoni. Qualcuno la lesse come un provocazione, in realtà è un auspicio.