Sull’inceneritore della discordia non c’è pace. Oggi, infatti, scenderanno in piazza del Campidoglio tutti coloro che continuano a tentare di ostacolare il progetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri che, come annunciato ormai un anno fa, ha intenzione di realizzare un impianto da 600mila tonnellate annue nella Capitale, la soluzione, a suo avviso, per superare l’emergenza rifiuti nella Capitale. Un’iniziativa che ha trovato subito il plauso dell’ex segretario dem, Enrico Letta e pure del suo avversario alle amministrative, Carlo Calenda, ma non quello di tanti cittadini, diversi esponenti politici, associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, e sindacati che si sono schierati dal primo giorno contro quest’idea.
Sull’inceneritore della discordia non c’è pace. Oggi scenderanno in piazza a Roma coloro che continuano a tentare di fermare il progetto di Gualtieri
In prima linea c’è il Movimento 5 Stelle, che ha descritto sin da subito la scelta del sindaco come “vetusta” e “passatista”. È stato infatti proprio sull’inceneritore che, lo scorso febbraio, è sfumata la possibilità di un’alleanza 5 Stelle-Pd alle regionali del Lazio, con Giuseppe Conte che aveva indicato ai dem una serie di condizioni qualificanti per un programma che fosse davvero progressista tra cui, appunto, il no all’inceneritore. Con l’annuncio di Gualtieri, risalente ormai a quasi dodici mesi fa, era sorto pure il cavillo dell’incompatibilità con il Piano Rifiuti regionale – che non prevede tuttora la possibilità di realizzare impianti del genere.
Un cavillo che è stato presto superato con la nomina del primo cittadino a commissario straordinario per il governo in vista del Giubileo 2025 con competenze in materia di rifiuti. Un sotterfugio che gli ha permesso di proseguire sulla strada tracciata senza aprire alcun contenzioso con la Regione, un anno fa in mano al suo compagno di partito Nicola Zingaretti.
Ma ora, con la destra al governo della Regione, i rapporti sembrano comunque idilliaci visto che anche il governatore Francesco Rocca ha appoggiato il progetto del termovalorizzatore, storcendo la bocca solo in un primissimo momento, preoccupato per la viabilità della via Ardeatina, dove dovrebbero passare i camion, e poi tranquillizzato da Gualtieri che ha avanzato la soluzione del trasporto dei rifiuti su ferrovia. Intanto, però, le acque sembrano agitate proprio all’interno dello stesso Pd: il sindaco pare non avere, infatti, pieno appoggio dal nazionale.
Bonaccini reputa “un errore clamoroso” non sostenere il sindaco di Roma sul termovalorizzatore
Da una parte c’è il presidente dem, Stefano Bonaccini, che reputa “un errore clamoroso non sostenere il sindaco di Roma sul termovalorizzatore” dicendo che bisogna “lavorare tutti insieme perché le Regioni possano avere un’autosufficienza nello smaltimento”. Dall’altra c’è Elly Schlein, che non ha ancora preso una posizione netta in proposito, ma che ha nominato nella sua segreteria esponenti contrari all’inceneritore. Intanto il rappresentante romano del Pd Matteo Orfini, cerca di minimizzare dicendo che il dibattito “non riguarda né la segreteria né la Direzione del Pd, ma la città di Roma, che lo ha già fatto”, dimenticandosi, però, che nella mozione congressuale a supporto della candidatura di Elly Schlein a Segretaria nazionale del Partito democratico, nel paragrafo che si intitola ‘Accompagnare tutta la società nella conversione ecologica’, si legge nero su bianco che “il percorso per la decarbonizzazione passa anche dagli sforzi per ridurre la produzione dei rifiuti, puntare alla circolarità e superare discariche e inceneritori e cambiare le modalità di produzione e consumo, per esempio riducendo l’uso della plastica in favore dei materiali compostabili”.
Sì, proprio così: c’è scritto “superare discariche e inceneritori”. Dunque, la questione non si può certo ridurre a un problema locale e sembrano ragionevoli le domande dei consiglieri capitolini pentastellati che si chiedono quando si potrà avere una risposta unitaria e quanto ancora dovrà durare questo interminabile valzer.
Conte punta il dito contro Gualtieri. Quella del sindaco di Roma è stata “una piroetta a 360 gradi”
Giuseppe Conte, intanto, punta il dito contro Gualtieri e specifica che quella del sindaco di Roma è stata “una piroetta a 360 gradi”. Effettivamente nel suo programma elettorale non si parlava affatto della realizzazione di impianti del genere, vista anche l’incongruità, come detto, con il Piano rifiuti regionale. L’augurio del leader dei Cinque Stelle, però, anche in vista dell’ordine del giorno al decreto sul Pnrr presentato dai pentastellati, che impegna il governo a dire no a nuovi termovalorizzatori, è che il Pd “recuperi la linearità di prima”, e incalza i dem a votare con loro.
Anche i Radicali, che oggi saranno in piazza del Campidoglio, chiedono a Schlein di schierararsi in merito e di appoggiare la proposta di referendum consultivo, avanzata anche dal nuovo membro della nuova segreteria del Pd, Sandro Ruotolo. “Schelin”, dicono Massimiliano Iervolino e Alessandro Capriccioli, rispettivamente segretario di Radicali Italiani e di Radicali Roma, “si schieri prima che sia troppo tardi. Andare al muro contro muro ha causato la caduta del Governo Draghi, la sconfitta alle politiche e alle regionali del Lazio. Cosa altro bisogna aspettare prima di dare la parola ai cittadini?”, concludono.
Aderiscono alla manifestazione anche i consiglieri capitolini del M5S e della Lista civica Raggi
Ad aderire alla manifestazione di oggi anche i consiglieri capitolini del M5S e della Lista civica Raggi che spiegano: “Ora come un anno fa saremo in piazza per chiedere un passo indietro rispetto a questo impianto dannoso e retrogrado, e un passo avanti nella direzione di una gestione davvero virtuosa del ciclo di rifiuti. Dopo un anno si chiude Rocca Cencia, si pianificano costosi trasferimenti di rifiuti all’estero, ma non si prendono in considerazione vere alternative sostenibili. Dopo un anno, le iniziative ‘green’ di questa amministrazione continuano a essere operazioni di facciata, come i cassonetti ‘smart’ alla Magliana che sembrano già essere un flop”, concludono.
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