Il nuovo orientamento scolastico vuole eliminare le materie umanistiche e artistiche a favore di informatica e digitale. Poveri i nostri figli e nipoti
Martina Monti
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Gentile lettrice, visto il governo che abbiamo e i tempi che corrono, non mi stupirei se facessimo la stessa fesseria già fatta da diversi paesi che hanno impoverito il loro potenziale umano. Uno di questi è il Regno Unito, dove l’orrendo Tony Blair, in carica dal 1997 al 2007, riformò la scuola nel senso da lei indicato con l’obiettivo di accrescere le capacità degli allievi in matematica e informatica. Risultato: gli alunni britannici continuano ad essere tra gli ultimi al mondo in matematica, dove invece eccellono cinesi, coreani e giapponesi, e per il resto la scuola britannica è oggi di una povertà di contenuti e formazione paragonabile a quella statunitense, che è da sempre pessima. Se fosse per me, costruirei la scuola su questi pilastri: un ferreo insegnamento della lingua italiana, che è la base di tutto; poi matematica, inglese, storia, filosofia, storia dell’arte (sostituita da disegno alle elementari e medie) e geografia. Per i licei classici, latino e greco. Lei dirà: anche geografia? Sì, cara lettrice, la geografia non è una cenerentola bensì una finestra aperta verso la comprensione del mondo: accende la curiosità verso i popoli e le culture, illumina vasti meccanismi economici, definisce i rapporti tra l’uomo e la natura (clima, orografia, presenza o assenza di mari, ecc.) e, in due parole, allarga la mente. Spesso è la geografia che fa la differenza tra una persona colta e una ignorante. Sia lode a questa materia.