Il miracolo dell’occupazione tanto sbandierato dal governo Meloni nasconde, in realtà, ben altri dati e una situazione molto meno favorevole di quel che viene raccontata dalla maggioranza. Gli ultimi dati Inps sulle assunzioni attivate dai datori di lavoro privati, infatti, evidenziano un calo nei primi nove mesi dell’anno rispetto al 2022.
In totale sono state 6,272 milioni le nuove assunzioni da gennaio a settembre, con un leggero calo – dello 0,3% – rispetto allo stesso periodo del 2022. Ma cosa dicono nello specifico i dati Inps?
I dati Inps sull’occupazione e le assunzioni: in calo e più precarie
Rispetto al 2022 sono in flessione le assunzioni di contratti in somministrazione (-7%), in apprendistato (-4%), ma soprattutto quelle a tempo indeterminato (-5%). Crescita invece per tutte le forme di lavoro più precario: +4% per il lavoro intermittente, +2% per stagionali e +2% anche per il tempo determinato.
L’Osservatorio sul precariato dell’Inps evidenzia anche una lieve flessione per le aziende fino a 15 dipendenti (-2%) e per quelle con oltre 100 dipendenti (-1%). Aumentano invece le assunzioni nelle aziende tra 16 e 99 dipendenti (+3,5%). Stabile l’incidenza degli orari part time sia per le assunzioni a termine (45%) che per quelle a tempo indeterminato (32%).
Il dato positivo riguarda invece le cessazioni nei primi nove mesi del 2023: sono state 5,527 milioni, in calo del 2% rispetto all’anno precedente. Il calo riguarda soprattutto i contratti in somministrazione, quelli a tempo indeterminato e di apprendistato. Complessivamente, quindi, il saldo è positivo per quasi 745mila contratti, anche se – come visto – molto spesso precari.
Precarietà dimostrata anche dall’aumento del 22%, rispetto allo stesso mese del 2022, a settembre per i lavoratori impiegati con i voucher: sono stati 18mila con un importo mensile medio lordo di 248 euro.