Non potrà più coltivare il sogno di diventare un campione del nuoto. E non potrà neanche camminare. È l’ultimo, drammatico, responso degli esami medici a cui è stato sottoposto Manuel Mateo Bortuzzo, il talento 19 enne di Treviso, rimasto gravemente ferito sabato notte in un agguato all’Axa, quartiere periferico di Roma sud. Un giovane, tutt’ora in lotta tra la vita e la morte, a cui è stato strappato il futuro per ragioni che sono ancora poco chiare. Perché se è chiara la dinamica dei fatti, iniziati con una lite e terminati con tre colpi di pistola, quel che rimane ancora incerto è cosa abbia scatenato i due sicari.
Il sospetto iniziale, nonché la tesi tutt’ora maggiormente accreditata, era quella di un presunto regolamento di conti per una partita di droga non pagata con Manuel che sarebbe stato scambiato per qualcun altro. Ma qualcosa non convincerebbe gli inquirenti al punto che si è affacciato un terribile sospetto ossia che i killer volevano colpire non solo Manuel ma anche Martina, la sedicenne fidanzata dello sfortunato ragazzo. E infatti la ragazza, nelle 36 ore successive al tentato omicidio, è stata sentita per ben quattro volte negli uffici della Squadra Mobile. Troppe per non far pensare che evidentemente agli uomini diretti Luigi Silipo qualcosa non torni.
Ed effettivamente il fatto che la giovane si trovasse a fianco del ragazzone proprio mentre questo veniva raggiunto dai colpi di pistola, esplosi da due ragazzi che apparterrebbero ad una banda di Acilia e da una distanza di 20 metri, rimanendo del tutto illesa fa pensare che sia stata graziata all’ultimo secondo piuttosto che miracolosamente salva. Insomma il dubbio degli inquirenti è che sia stata un’esecuzione in piena regola, con due obiettivi nel mirino dei sicari e non uno solo, in quella che appare come una vendetta per questioni di gelosia. Amori passati della sedicenne, forse incapaci di rassegnarsi alla fine della storia, di cui i poliziotti starebbero chiedendo conto alla giovane per non lasciare nulla di intentato.
Tutto era accaduto a piazza Eschilo, all’Axa-Casal Palocco, verso le 2 di sabato notte e davanti al O’ Colonnell Irish. Un noto pub del quartiere dove Manuel e Martina erano stati più volte. Quella sera, però, qualcosa andava terribilmente storto. Una decina di ragazzi, complice qualche drink di troppo, iniziava una lite dandosele di santa ragione. Poi arrivava il motorino con due persone che inchiodava e apriva il fuoco in direzione della coppia, lasciando a terra il ragazzo, in un lago di sangue.
I professori Alberto Delitala ed Emiliano Cingolani, rispettivamente direttore del Dipartimento Neuroscienze e responsabile dello Shock e Trauma, non hanno lasciato alcuna speranza per un recupero degli arti inferiori di Manuel. Il 19enne, infatti, rimane sedato ma inizierebbe ad avere qualche momento di coscienza che fa ben sperare per una futura ripresa. Tuttavia, “nonostante la decompressione del midollo danneggiato dal proiettile, non c’è attività bioelettrica agli arti inferiori” e ciò significa che “la lesione midollare è completa e con le attuali conoscenze scientifiche il paziente non sarà in grado di muovere le gambe”. E questo è il dramma nel dramma perché Manuel su quelle gambe stava costruendo tutto il suo futuro e ora qualcuno gli ha portato via.