Un manifesto per accomiatarsi. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha parlato per l’ultima volta davanti all’assemblea generale delle Nazioni Unite. E ha toccato vari temi, senza disdegnare l’attacco al suo omologo russo, Vladimir Putin: “La Russia sta cercando di riguadagnare la gloria perduta tramite la forza, ma il mondo è troppo piccolo per tornare alla vecchia mentalità”. L’attenzione del numero uno della Casa Bianca si è anche soffermata sulla necessità di guardare in maniera diversa alla globalizzazione. “Dobbiamo correggerla, ma dire no ai nazionalismi e ai populismi”. Perché “la risposta non può essere un semplice rifiuto dell’integrazione globale ma lavorare affinché gli scarti siano colmati e risolti”.
Sui rifugiati Obama ha lanciato un appello: “Ci sono tanti Paesi che stanno facendo la cosa giusta ma molte nazioni, specialmente quelle benedette dalla loro ricchezza e dalla loro posizione geografica, devono fare di più. Dobbiamo “pensare a quello che faremmo se succedesse a noi, a nostri figli”. Le parole di Obama sembrano anche indirizzate verso il candidato alla presidenza americana, Donald Trump, che comunque non viene esplicitamente citato: “Dobbiamo respingere qualsiasi forma di fondamentalismo, di razzismo e qualsiasi idea secondo cui esiste una superiorità etnica. Dobbiamo sposare la tolleranza che risulta dal rispetto per tutti gli esseri umana. La nostra comunità internazionale deve continuare a lavorare con quelli che cercano di costruire, invece di distruggere”.