Il Parlamento chiede a Stellantis di investire in Italia. E intanto il gruppo dell’automotive torna a sospendere l’attività produttiva negli stabilimenti italiani. Dire che la politica italiana e Stellantis siano oggi distanti è quantomeno riduttivo, come dimostrano gli ultimi sviluppi riguardanti il gruppo nel nostro Paese. Nella mattinata di ieri Stellantis ha infatti comunicato alle organizzazione sindacali le prossime giornate di sospensione dell’attività produttiva in alcuni stabilimenti, chiamando in causa l’adeguamento della produzione “alle attuali condizioni di mercato”.
A Pomigliano la sospensione durerà nove giorni a novembre, a Termoli si arriverà fino a due settimane e Pratola Serra lo stop sarà di due giorni. La motivazione è legata alla “mancanza di ordini legata all’andamento del mercato dei veicoli elettrificati in Europa”, secondo il gruppo, che continua a parlare di impegno per “garantire la continuità dei nostri impianti”. La Camera prova allora a chiamare a rapporto Stellantis: la mozione di maggioranza approvata a Montecitorio punta non solo a rivedere il percorso del Green deal in sede europea per il settore automotive, ma anche a mettere in campo iniziative per il rilancio produttivo e occupazionale degli stabilimenti italiani. Punto su cui maggioranza e opposizione sembrano compatte, tanto che la mozione di minoranza è stata accolta con alcune riformulazioni dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
La Camera chiama Stellantis a rapporto
Divisi sul Green deal, dunque, ma non sulla necessità di mettere Stellantis con le spalle al muro. Urso ha sostenuto in Aula che Stellantis deve “presentare un piano” e ha chiesto di riformulare la mozione delle opposizioni prevedendo di “concludere entro dicembre i lavori del tavolo Stellantis”, con una seduta conclusiva a Palazzo Chigi per impegnare Stellantis a un piano industriale su produzione e occupazione in Italia.
Dal lato dell’azienda, però, continuano a non arrivare risposte. Anzi il presidente di Stellantis, John Elkann, in occasione del 50esimo anniversario del gruppo dirigenti Fiat sembra prendersela con chi contesta l’operato del gruppo: “Con le polemiche strumentali, i rancori, i protagonismi non si risolve niente”. La giornata per Stellantis non si era aperta bene, con i dati sulle consegne consolidate di autoveicoli del gruppo nel terzo trimestre in netto calo: -20% rispetto allo stesso periodo del 2023 a quota 1,148 milioni. Il calo delle consegne, viene spiegato, è maggiore di quello delle vendite ai clienti finali (-15%), anche per le iniziative di riduzione delle scorte. La crisi continua.