Il Milan costruirà il suo stadio a San Donato. Ne è convinto il sindaco Francesco Squeri, che ieri ha annunciato l’ok della giunta alla “percorribilità della proposta iniziale” presentata dai Rossoneri per l’impianto da 70mila posti. Data prevista (dal Milan) per l’apertura: 2028. Un impianto monstre, che si svilupperà su una superficie quadruplicata rispetto al Piano Regolatore approvato (da 108.100 a 479.373 mq), con milioni di tonnellate di cemento riversate sull’area verde di San Francesco e all’interno del Parco Sud (con un consumo di suolo stimato in 51.500 mq. per i parcheggi).
Restano aperti i nodi legati al nuovo stadio del Milan. Dalle infrastrutture ai problemi di viabilità fino ai parcheggi insufficienti
Un impianto destinato a sconvolgere la viabilità locale tra maxi-rotonde, nuovi svincoli autostradali e ponti ciclopedonali. E che, secondo il progetto, assicurerà parcheggi solo per il 24% dei tifosi (quelli vip). Tutti aspetti che non preoccupano Squieri, il quale ha dato il via libera all’iter che dovrà passare per un accordo di programma che metta d’accordo Comune, Regione, Città Metropolitana, Fs, Parco Agricolo Sud. Un progetto già complicato di per sé, ma che diventa quasi infattibile alla luce di quelli che il sindaco Squeri ha chiamato eufemisticamente “Allert”. Criticità che riguardano viabilità, trasporti, sicurezza, parcheggi e, dulcis in fundo, i costi. Chi pagherà le infrastrutture necessarie? “Si deciderà in sede di accordo di programma”, ha detto il sindaco, driblando così la seconda domanda. Ovvero: se l’opera è privata, costruita in un’area privata e destinata a far guadagnare il Milan, perché Comune, Regione e Stato dovrebbero accollarsi gli oneri infrastrutturali?
Il sindaco Squeri vuole l’impianto a San Donato. Malgrado le criticità sul progetto
Ma torniamo agli allert: Squeri ha detto che sono stati inviati al Milan e che la società “si è impegnata a risolvere le criticità”. Ma, quegli “allert” sono dei macigni che mettono in discussione l’intero piano-stadio. Basta leggere il “Documento Tecnico di analisi preliminare” redatto dai tecnici del Comune e inviato al Milan a fine dicembre. Nelle 118 pagine i tecnici passano in rassegna le singole voci del piano, contestando cifre, sollecitando chiarimenti e chiedendo rettifiche.
Circa la mobilità degli spettatori, per esempio, ricordano che i dati (elaborati dallo stesso Milan e non da un’autorità terza) si riferiscono all’anno “2019-20”, cioè in piena pandemia, quando “la mobilità e i comportamenti degli abbonati sono stati fortemente condizionati dalle chiusure”. E anche sui volumi di traffico non concordano, soprattutto in caso di “large event” da 70/80mila spettatori: “Il traffico indotto è stato riferito alla fascia inferiore, 70mila, e non sono stati considerati i volumi di traffico generati da: squadre, servizi, navette, media ed utenti no-match”.
Altro punto dolente è che i progettisti avrebbero calcolato l’impatto del traffico solo nell’arco delle 2 ore prima del match (18/19), mentre si deve considerare anche la fascia 17/18, quando si concentra il 40% dei tifosi, che andrebbero a sovrapporsi al traffico ordinario. “Non risulta predisposto e valutato uno studio degli scenari Large event in caso di concomitanza di manifestazioni presso impianti limitrofi: Forum, di Assago e futuro palazzetto di Santa Giulia”, annotano i tecnici. Che sottolineano come il traffico quotidiano nell’area sia stato rilevato tra il 23 giugno e il 4 luglio 2023, cioè a scuole chiuse e in periodi di vacanza! Stroncato anche quello che era stato presentato come il punto nevralgico del progetto: l’utilizzo della M3 (che oggi è satura) e della stazione di Trenord sulla linea S12 (che non c’è e si dovrebbe costruire).
Le criticità dell’opera riguardano viabilità, trasporti, sicurezza, parcheggi e i costi
“Più volte nello studio di traffico vengono identificati servizi di Tpl a supporto del trasporto privato”, si legge, “+ 8 treni/ora per la linea M3; +2 treni/ora extra per direzione nell’ora di picco di arrivo allo stadio; +3 treni/ora extra durante il picco di uscita della linea S12 Bovisa-Melegnano; potenziamento della linea di bus esistente della linea 121; ma non si è avuta evidenza né dell’assegnazione nel modello né della valutazione economica di tale impatto”. Altra bacchettata sugli indici scelti dal Milan per analizzare l’impatto delle auto su rotatorie e incroci: per il Comune è stato usato l’indice “utilizzato per le micro-simulazioni”, tanto che chiede di utilizzare quelli usati per “modelli di meso-macro-simulazione”.
Infine, e qui calano la scure, per i tecnici è necessario che il Milan presenti un Piano Economico Finanziario relativo “all’investimento e alla gestione delle infrastrutture e delle attività specifiche dell’arena (…) al fine di consentire all’amministrazione di avere una chiara evidenza della reale possibilità di sviluppo della operazione e della sua fattibilità”. Che evidentemente ancora non c’è.